Esprimo piena solidarietà ai giornalisti e alla giornaliste che stano conducendo una dura lotta contro l’arbitrio degli Editori che minacciano di far saltare il contratto nazionale; mentre aumenta la pubblicità, i grandi gruppi fanno utili miliardari e vogliono zittire i giornalisti.
Pensare che stiamo vivendo giorni senza informazione è davvero triste. Ma i giornalisti sono senza contratto da 665 giorni. Già quindici sono state le giornate di sciopero. Essi hanno ragioni da vendere per questa lotta durissima, senza precedenti.
“I giornalisti scioperano contro l’indisponibilità della Fieg ad aprire il negoziato. Una posizione stigmatizzata come da emergenza democratica. Gli editori minacciano la disdetta del contratto vigente e mettono a serio rischio la previdenza autonoma di categoria e tutte le forme di tutela dei giornalisti. I punti, invece, da discutere per la Fnsi al tavolo del ministero del lavoro sono la previdenza, il mercato del lavoro, la precarietà e gli ammortizzatori sociali dei giornalisti. La Fnsi si dice disposta a collaborare per dare un assetto pluralista ed equilibrato ad un settore che si trova al centro di profonde trasformazioni. Ma chiede sia garantita l’indipendenza dei media e del giornalismo, la dignità delle colleghe e dei colleghi dipendenti, autonomi e freelance e un futuro certo del sistema di tutele previdenziali e sanitarie della categoria. Infine si chiedono regole a tutela dei giornalisti degli uffici stampa della pubblica amministrazione e delle aziende private”.
Lo stesso giornale ora citato (L’Unità, 21/12/06) riporta i numeri:
12.500 - i giornalisti con contratti regolari
8.000 - i “regolari” che percepiscono un reddito di 5mila euro lordi annui
24.000 - gli “invisibili” che non hanno nessun grado di tutela contrattuale
6 milioni - le copie di quotidiani che vengono vendute ogni giorno
1,72 miliardi di euro il totale di ricavi dalle vendite annui (dati Fieg 2004)
1,42 miliardi di euro il totale di ricavi da pubblicità annui (dati Fieg 2004).
L’assenza dell’informazione su carta stampata è un grave danno per la democrazia, un terribile impoverimento che lascia spazio solo a ballerine, pubblicità, discorsi del papa e interviste a cardinali...
L’attacco ai giornalisti è, in realtà, l’attacco alla nostra capacità di un pensiero critico. I giornalisti lottano anche per la nostra libertà di pensiero.
Pensare che stiamo vivendo giorni senza informazione è davvero triste. Ma i giornalisti sono senza contratto da 665 giorni. Già quindici sono state le giornate di sciopero. Essi hanno ragioni da vendere per questa lotta durissima, senza precedenti.
“I giornalisti scioperano contro l’indisponibilità della Fieg ad aprire il negoziato. Una posizione stigmatizzata come da emergenza democratica. Gli editori minacciano la disdetta del contratto vigente e mettono a serio rischio la previdenza autonoma di categoria e tutte le forme di tutela dei giornalisti. I punti, invece, da discutere per la Fnsi al tavolo del ministero del lavoro sono la previdenza, il mercato del lavoro, la precarietà e gli ammortizzatori sociali dei giornalisti. La Fnsi si dice disposta a collaborare per dare un assetto pluralista ed equilibrato ad un settore che si trova al centro di profonde trasformazioni. Ma chiede sia garantita l’indipendenza dei media e del giornalismo, la dignità delle colleghe e dei colleghi dipendenti, autonomi e freelance e un futuro certo del sistema di tutele previdenziali e sanitarie della categoria. Infine si chiedono regole a tutela dei giornalisti degli uffici stampa della pubblica amministrazione e delle aziende private”.
Lo stesso giornale ora citato (L’Unità, 21/12/06) riporta i numeri:
12.500 - i giornalisti con contratti regolari
8.000 - i “regolari” che percepiscono un reddito di 5mila euro lordi annui
24.000 - gli “invisibili” che non hanno nessun grado di tutela contrattuale
6 milioni - le copie di quotidiani che vengono vendute ogni giorno
1,72 miliardi di euro il totale di ricavi dalle vendite annui (dati Fieg 2004)
1,42 miliardi di euro il totale di ricavi da pubblicità annui (dati Fieg 2004).
L’assenza dell’informazione su carta stampata è un grave danno per la democrazia, un terribile impoverimento che lascia spazio solo a ballerine, pubblicità, discorsi del papa e interviste a cardinali...
L’attacco ai giornalisti è, in realtà, l’attacco alla nostra capacità di un pensiero critico. I giornalisti lottano anche per la nostra libertà di pensiero.
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