Il papa non perde mai l'occasione di un nobile e dignitoso silenzio. Quando sente parlare di coppie di fatto... già pensa all'omosessualità, alle coppie omosessuali... Ed è finita.
Parte per la crociata e allora ogni argomento, anche il più abusato e pretestuoso, è buono per scatenare uno tsunami di allarmi e di scomuniche.
Lo spettacolo è talmente ripetuto che non sarebbe nemmeno degno di nota. Ma, visti i Bossi, Gasparri, Binetti, Bobba... e i vari "cardinali" dell'Udc che tanto simpatizzano e tifano per Benedetto XVI, anche una timida proposta di legge suscita un'autentica levata di scudi.
La "sacralità della famiglia" viene tirata in ballo ad ogni respiro, come se gli omosessuali fossero diventati bombaroli, dediti allo stermino delle tanto celebrate "famiglie sane" e possibilmente cristiane.
Per un credente come me, è difficile ridere alla grande di queste amene dichiarazioni.
Non perché tali pronunciamenti turbino la mia coscienza, ma perché è triste, anzi doloroso, constatare la durezza di cuore e la cecità di questa gerarchia che si è innamorata dei suoi dogmi e si è imprigionata nelle sue certezze.
Abbiamo imparato a dare il giusto peso a queste opinioni delle burocrazie vaticane e andiamo oltre con gioia, impegno e libertà. Difendiamo la laicità dello stato e promuoviamo nella società e e nella chiesa la libertà delle scelte personali.
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