lunedì 19 febbraio 2007

CARO PRODI...

Caro Prodi,

sono un estimatore della Sua persona ed apprezzo l’opera del governo che Lei presiede. Ne vedo i limiti, ma soprattutto la serietà e la discontinuità con il governo precedente. Quanto alla “giornata di Vicenza” e a tutto ciò che il raddoppio della base americana comporta, voglio esprimerLe alcune opinioni.

1) Il Suo invito ad un comportamento pacifico è stato più che apprezzabile a va detto che la manifestazione ha mantenuto un reale livello democratico ed un carattere festoso, non violento.

2) Non ho condiviso quanto lei ha detto e ribadito. “La posizione del governo non cambia”. Voglio spiegarmi: posso anche capire che il governo mantenga sostanzialmente l’impegno assunto (anche se continuo a pensare che non era l’unica strada possibile), ma Lei, Signor Presidente del Consiglio, non avrebbe fatto meglio a mettersi in ascolto, a ricevere una delegazione dei partecipanti, ad ascoltare se, da questo movimento popolare, non venisse qualche proposta costruttiva? Anche questo saper ascoltare è il sale della democrazia. Lo stile di concertazione, che il Suo governo mette sostanzialmente in atto, non dovrebbe averLe insegnato che ascoltare oggi può servire ad evitare altri errori domani? Il senso di cittadinanza matura nel dialogo, ma perché Lei questa volta ha sbattuto la porta e non ha saputo cogliere questa grande opportunità?

3) I cittadini di Vicenza che non hanno potuto esprimere il loro parere mediante un referendum non meritavano almeno attenzione maggiore da parte Sua? In futuro bisognerà procedere diversamente. Non voglio dire che si possa e si debba governare a colpi di referendum, ma su questione rilevanti come questa... un governo può dirsi davvero democratico se non si preoccupa almeno di conoscere il parere dei cittadini/e?

4) Egregio e stimato Signor Presidente, Lei è un uomo e un politico di pace. Resta il fatto che le basi militari di una superpotenza straniera come gli USA, il cui governo non ha più il consenso né del popolo né del Congresso, non trasmettono un messaggio di pace, non sono a servizio della pace. Diventa più che mai necessario e urgente avere il coraggio di audaci ripensamenti. Non si sottragga a questo imperativo etico e politico.

Cordiali saluti e Lei e buon lavoro al governo che Lei presiede.

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