mercoledì 7 marzo 2007

ATTRAVERSO LA STORIA SI IRROBUSTISCE LA FEDE

Sotto questo bel titolo Repubblica di sabato 3 marzo pubblica, tra le lettere, queste brevi e significative parole del professor Mauro Pesce in risposta alle “accuse vaticane”.

I lettori che non sono mossi da ansia apologetica hanno capito bene che nelle mie risposte ad Augias ‘Inchiesta su Gesù’ non c’era una parola contro la fede o il sentimento religioso. Credo, anzi, che sia oggi urgente tornare ad interrogarsi seriamente sulla figura storica di Gesù. Altra cosa è il passaggio all’adesione di fede che presuppone una serie di mediazioni che la teologia ben conosce. Rinunciare a porsi domande storiche per paura di creare scompiglio tra i ‘semplici’ è una politica discutibile. Così, se nell’opinione pubblica si diffondono delle domande, molti fedeli non hanno gli strumenti per rispondere. Il mio lavoro storico sui vangeli e su Gesù non è in polemica o ‘contro’ le opinioni degli altri. In ogni caso, non ho intenzione di mettermi a tacere di fronte agli interrogativi seri sulle religioni diffusi nella nostra società”.

Questa si chiama chiarezza personale o metodologica. I custodi dei dogmi, ovviamente, la penano diversamente, ma le ricerche proseguono perché gli interrogativi non finiscono mai e ci stimolano a guardare avanti.

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