MARKUS BORG - N. T . WRIGHT, QUALE GESU’? DUE LETTURE, Claudiana, Torino 2007, pagg. 320, € 25,00.
Chi partecipa un po’ seriamente all’attuale ricerca sul Gesù storico, cercherà invano anche una sola parola, una sola informazione nuova in questo volume.
Abituati da anni alle “produzioni” di Barbaglio, Molari, Ortensio da Spinetoli, Balasuriya, Haight e altri/e, qui siamo ricondotti agli elementari percorsi di ricerca già ben noti.
Eppure il volume è prezioso perché si tratta del dialogo, franco ed affettuoso, di due studiosi che condividono interpretazioni anche divergenti rispetto alla figura di Gesù.
In ogni caso chi legge queste pagine è aiutato a prendere atto che il Gesù catechistico, nella sua versione dogmatica, ci priva della ricchezza degli studi che lo rendono più vivo.
Segnalo alcune pagine di Borg come decisamente più stimolanti. Mi piace molto la premessa del volume: “Speriamo, anzi preghiamo, di essere stati capaci di portare avanti il disaccordo cristiano riguardo a questioni serie e centrali che possa ispirare altri a fare lo stesso” (pag. 9).
Personalmente trovo i nostri Autori decisamente diversi, per nulla sovversivi, scarsamente rigorosi.
In molti passi Borg mi sembra poco attento all’ebraicità di Gesù e, d’altra parte, Wright mi sembra prigioniero degli occhiali dogmatici per cui, dopo vari ondeggiamenti, Gesù è sempre ricondotto negli schemi di Nicea e Calcedonia.
Chi partecipa un po’ seriamente all’attuale ricerca sul Gesù storico, cercherà invano anche una sola parola, una sola informazione nuova in questo volume.
Abituati da anni alle “produzioni” di Barbaglio, Molari, Ortensio da Spinetoli, Balasuriya, Haight e altri/e, qui siamo ricondotti agli elementari percorsi di ricerca già ben noti.
Eppure il volume è prezioso perché si tratta del dialogo, franco ed affettuoso, di due studiosi che condividono interpretazioni anche divergenti rispetto alla figura di Gesù.
In ogni caso chi legge queste pagine è aiutato a prendere atto che il Gesù catechistico, nella sua versione dogmatica, ci priva della ricchezza degli studi che lo rendono più vivo.
Segnalo alcune pagine di Borg come decisamente più stimolanti. Mi piace molto la premessa del volume: “Speriamo, anzi preghiamo, di essere stati capaci di portare avanti il disaccordo cristiano riguardo a questioni serie e centrali che possa ispirare altri a fare lo stesso” (pag. 9).
Personalmente trovo i nostri Autori decisamente diversi, per nulla sovversivi, scarsamente rigorosi.
In molti passi Borg mi sembra poco attento all’ebraicità di Gesù e, d’altra parte, Wright mi sembra prigioniero degli occhiali dogmatici per cui, dopo vari ondeggiamenti, Gesù è sempre ricondotto negli schemi di Nicea e Calcedonia.
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