Lunedì 2 luglio, presso il Salone dei Cavalieri, si è svolto a Pinerolo, su iniziativa dei Democatici di sinistra, un incontro pubblico su “Diritto di voto amministrativo agli stranieri e nuove norme sulla cittadinanza”. Una seconda iniziativa è prevista per il giorno 20 luglio sul diritto alla casa per le fasce socialmente deboli.
E’ decisamente positivo che, anche in estate, la politica non vada in ferie e solleciti la partecipazione dei cittadini sui grande temi della convivenza civile.
Le dimensioni e la crescente intensità del fenomeno migratorio stanno imponendo una decisa accelerazione al dibattito sull’estensione del diritto al voto dei cittadini di origine extracomunitaria.
Inoltre, la legge italiana sulla cittadinanza (legge 5 febbraio 1992, n. 91) è fortemente sbilanciata nella tutela della discendenza e dello jus sanguinis, mentre è indispensabile rafforzare lo jus soli favorendo i minori nati sul territorio e facilitando l’acquisizione della cittadinanza per gli stranieri che risiedono da lungo tempo in Italia e compiono una scelta di integrazione.
Il Gruppo Ulivo alla Camera dei Deputati ha presentato due proposte i legge relative a questi temi. “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza (1570)” e “Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di diritto di elettorato attivo e passivo degli stranieri legalmente residenti in Italia nelle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali (2357)”.
Hanno introdotto il dibattito, con grande competenza e partecipazione, Giorgio Canal (assessore alle Politiche Sociali) e Alberto Barbero (Presidente del Consiglio Comunale di Pinerolo e mio amatissimo fratello).
Siamo intervenuti in molti per sottolineare come sia preliminare contrastare sul piano culturale la propaganda che crea la paura dello straniero e, nello stesso tempo, prendere molto sul serio la richiesta di sicurezza che viene dal paese.
Costruire “laboratori di cittadinanza” è sempre più urgente e necessario ed è su questo terreno che occorre stabilire regoli comuni di convivenza.
Da più parti si è notato come vada ripreso il discorso delle “regole” in un tempo in cui il berlusconismo è entrato nel tessuto sociale come cancellazione di ogni regola.
In sostanza abbiamo vissuto insieme un pomeriggio di politica vera, alta, concreta.
E’ decisamente positivo che, anche in estate, la politica non vada in ferie e solleciti la partecipazione dei cittadini sui grande temi della convivenza civile.
Le dimensioni e la crescente intensità del fenomeno migratorio stanno imponendo una decisa accelerazione al dibattito sull’estensione del diritto al voto dei cittadini di origine extracomunitaria.
Inoltre, la legge italiana sulla cittadinanza (legge 5 febbraio 1992, n. 91) è fortemente sbilanciata nella tutela della discendenza e dello jus sanguinis, mentre è indispensabile rafforzare lo jus soli favorendo i minori nati sul territorio e facilitando l’acquisizione della cittadinanza per gli stranieri che risiedono da lungo tempo in Italia e compiono una scelta di integrazione.
Il Gruppo Ulivo alla Camera dei Deputati ha presentato due proposte i legge relative a questi temi. “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza (1570)” e “Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di diritto di elettorato attivo e passivo degli stranieri legalmente residenti in Italia nelle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali (2357)”.
Hanno introdotto il dibattito, con grande competenza e partecipazione, Giorgio Canal (assessore alle Politiche Sociali) e Alberto Barbero (Presidente del Consiglio Comunale di Pinerolo e mio amatissimo fratello).
Siamo intervenuti in molti per sottolineare come sia preliminare contrastare sul piano culturale la propaganda che crea la paura dello straniero e, nello stesso tempo, prendere molto sul serio la richiesta di sicurezza che viene dal paese.
Costruire “laboratori di cittadinanza” è sempre più urgente e necessario ed è su questo terreno che occorre stabilire regoli comuni di convivenza.
Da più parti si è notato come vada ripreso il discorso delle “regole” in un tempo in cui il berlusconismo è entrato nel tessuto sociale come cancellazione di ogni regola.
In sostanza abbiamo vissuto insieme un pomeriggio di politica vera, alta, concreta.
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