Tra i “missionari” sacerdoti che conosco, alcuni hanno deciso di rimanere là dove sono andati fino all’estremo limite delle loro forze; altri, invece, rientrano in diocesi e riprendono in modo totalmente tradizionale il loro ministero.
Il mito del “missionario” è davvero al tramonto? Accanto a chi rischia la pelle, c’è chi ha bisogno di sentirsi utile e non sopporta le frustrazioni di una vita sacerdotale in questo indifferente Occidente.
Si parte con tante motivazioni diverse e si è missionari in mille maniere diverse. C’è ancora chi crede alla figura leggendaria del missionario come salvatore.
Resta, comunque, per me molto difficile capire come anni e anni trascorsi in Africa, in America Latina o nelle Filippine non abbiamo destato una reazione umana ed evangelica rispetto a certo clericalismo, a certa chiesa di potere, a certa papolatria.
Nel rispetto di tutte le scelte personali, mi rendo conto che ha fatto bene padre Alex Zanotelli, dopo anni di fecondo lavoro, a riscoprire che qui, questo nostro Occidente, è terra di missione.
Il mito del “missionario” è davvero al tramonto? Accanto a chi rischia la pelle, c’è chi ha bisogno di sentirsi utile e non sopporta le frustrazioni di una vita sacerdotale in questo indifferente Occidente.
Si parte con tante motivazioni diverse e si è missionari in mille maniere diverse. C’è ancora chi crede alla figura leggendaria del missionario come salvatore.
Resta, comunque, per me molto difficile capire come anni e anni trascorsi in Africa, in America Latina o nelle Filippine non abbiamo destato una reazione umana ed evangelica rispetto a certo clericalismo, a certa chiesa di potere, a certa papolatria.
Nel rispetto di tutte le scelte personali, mi rendo conto che ha fatto bene padre Alex Zanotelli, dopo anni di fecondo lavoro, a riscoprire che qui, questo nostro Occidente, è terra di missione.
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