venerdì 28 settembre 2007

CADE? NON CADE?

La domanda riguarda il governo Prodi. Anche se Dini e Mastella muoiono dalla voglia di subentrare e l’unto del Signore si sente ormai in sella, è sempre possibile che i giochi non siano ancora fatti.

Eugenio Scalfari su Repubblica di domenica, con la consueta lucidità, ha illustrato il possibile progetto dei fautori della spallata e i più coinvolti in questa operazione. Ecco le sue affermazioni:

Questo disegno prevede anche, oltre alla cacciata di Prodi con disonore – la giubilazione di Berlusconi con premi e medaglie e la nascita d’una nuova leadership non centrista ma centrale.

E qui il ventaglio è largo e va da Montezemolo a Draghi, a Mario Monti, e perché no a Veltroni. Grillo ha un ruolo in questo disegno: il lavoro sporco.

Deve spazzar via i disturbatori di professione, la sinistra radicale, i diessini non abbastanza flessibili, il potere della Cgil e dei sindacati in genere.

Poi – come ha scritto il buon Giovanni Sartori sul “Corriere della Sera” – non servirà più. Butteremo l’acqua sporca (Grillo) ma non il bambino che in quell’acqua ha emesso i suoi primi vagiti”.

Resta il fatto che solo cianciatori storicamente smemorati come Giovanni Sartori vedono nell’azzeramento degli attuali politici la rinascita dell’Italia.

In realtà ancora Scalfari pone la domanda: Chi se ne assumerà la responsabilità? Nello stesso scritto Scalfari ricorda alcuni fatti, alcune patate bollenti che il governo Prodi sta affrontando con dignità:

Piaccia o non piaccia c’è ‘testa di ferro’, cioè Romano Prodi. Chi lo sottovaluta commette un grave errore. Chi pensa che sia svagato, distratto, sonnacchioso, bravo soltanto nel tirare a campare, sbaglia ancora di più.

Prodi ha molti difetti. Non è un principe della comunicazione (ma da Vespa andò benissimo), è sospettoso. E’ rancoroso. Ma è riuscito a governare in mezzo ad un’incessante tempesta dovuta in gran parte a quella “porcata” della legge elettorale imposta dal precedente governo.

In un anno nel quale la sua popolarità è crollata al 26 per cento (ma quella di Berlusconi non supera il 32) insieme a Padoa-Schioppa, a Visco e Bersani è riuscito a rimettere a posto i conti con l’Europa, a far emergere da zero a 2 punti l’avanzo primario, a realizzare un recupero dell’evasione di molti miliardi e un super-gettito tributario senza nessuna tassa in più.

Ha diminuito l’Irap di 5 miliardi a beneficio delle imprese e dei lavoratori. Sta per decretare il bonus per le pensioni minime e il loro aumento stabile.

Nella Finanziaria semplificherà il pagamento delle imposte per le micro-aziende (sono tre milioni e mezzo) istituendo un’imposta unica senza nessun altro adempimento; abbatterà l’Ires di 5 punti stimolando la crescita come e forse più di quanto la Merkel abbia fatto per le imprese tedesche.

Per uno che è stato definito Mortadella, Valium, Prozac e – secondo l’ultima diagnosi di Grillo – Alzheimer, direi che non c’è male.

Io non sono nella sua testa e perciò non so prevedere che cosa farà nei prossimi giorni, ma di una cosa sono certo: non resterà esposto ai colpi senza reagire.” (pag. 1 e pag. 29)

Trovo sempre più importante ragionare e ragionare sui fatti.

L’invito che il presidente Napolitano ha rivolto ai politici perché lavorino sodo anziché vivere di passerelle televisive e di smania di comparire, in qualche modo è prezioso anche per noi.

Ragioniamo sui fatti, senza lasciarci prendere dal fascino delle parole, dalla sindrome del diluvio universale, dal “cominciamo tutto daccapo”, dal presentismo.

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