venerdì 14 settembre 2007

INSISTO...

Se sei un Pavarotti o anche solo un personaggio potente ti trovi un arcivescovo al funerale. I ricchi e famosi hanno un trattamento diverso. Ma perché lo ribadisco?

Per il semplice fatto che non ho trovato questa semplice constatazione da nessuna parte, su nessuno dei giornali che ho letto. Il che mi sembra molto grave.

Siamo mentalmente così omologati da non accorgerci più di queste disparità di trattamento oppure abbiamo paura di esprimere un’opinione difforme dalle maggioranze plaudenti?

Il papa è ritornato dal viaggio in Austria dove ha trovato un disinteresse totale, la diffusa indifferenza. La televisione ha dato ampi resoconti con tanto di inviati al seguito del papa.

Chi ci ha informati sull’Assemblea ecumenica di Sibiu in Romania? Anche qui ci troviamo di fronte a due trattamenti completamente diversi. E si noti: in Austria il papa ha ripetuto le cose che dice ovunque, senza alcuna novità.

A Sibiu, come documenta l’agenzia Adista, sono emerse anche voci significativamente critiche, innovative, propositive. Il potere conquista tutto il video e l’informazione corre dietro al potere. Ecco il guaio e il guasto.

La scienza non è né atea né credente. Non ha bisogno di Dio. Se è vera scienza, non ha di per sé né il compito o la possibilità di negare o di affermare l’esistenza di Dio.

L’importante è che non si traduca in ideologia scientista e che la comunità scientifica sappia darsi regole condivise.

Se la scienza fa dei danni è perché esistono gli errori della stessa ricerca scientifica o le manipolazioni delle “leggi” del mercato o l’irresponsabilità di qualche operatore in campo scientifico. Ma non serve una “scienza credente”.

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