Nelle vicende politiche di questi anni abbiamo conosciuto molti corrotti. Parecchi sono stati individuati e scovati. Pochissimi sono stati condannati. Il "capo" di Hammamet e tanti altri suoi affiliati non hanno ancora finito di nuocere. Numerosi "discepoli" continuano a seguire le loro orme in ogni ambito della società.
Certo, anche il "partito" degli onesti non è mai mancato in questi anni. In genere si tratta di gente che non ha fatto molta strada: hanno lavorato sodo senza coltivare la gloria. Parecchi sono morti semplicemente per il loro impegno contro la mafia, il malgoverno, l'indifferenza, la corruzione.
Anche se, per nostra fortuna, sono state ridimensionate o cancellate presenze indecorose come Sgarbi, Ferrara e Pannella, il partito dei furbi è in aumento. Il suo leader indiscusso, Antonio Di Pietro, più che un furbo è `il Furbissimo" della situazione.
Gettando in campo una popolarità ambiguamente conquistata (ben altri sono i veri e meritevoli artefici di Mani Pulite) e squallidamente coltivata, dondolandosi furbescamente tra destra, sinistra e centro, un uomo di destra come lui è riuscito a farsi passare da eroe nazionale. Superando ogni limite della decenza, si è avvalso della sua notorietà per frequentare tutti i palazzi che, a caccia di "personalità" e di consensi, lo hanno corteggiato nel tentativo di aggiudicarselo, di annetterselo.
A nessuno interessa questo uomo scostante, né si crede alla sua capacità politica. Interessa solo la sua immagine, il suo personaggio, perchè dà lustro averlo nella propria squadra. Il che, certo, non fa onore ai "capitani" dei vari schieramenti.
Il fatto che nessuno abbia il dignitoso coraggio di dirgli di "starsene a casa”; di "non agitarsi tanto", di curare d suo eccesso di protagonismo è decisamente umiliante. Faccia al buon cittadino: la patria non ha per nulla bisogno di un salvatore.
Purtroppo temo che intorno al "Furbissimo", come attorno ad un pallone gonfiato, continuerà ancora il balletto. Forse lo farà cadere solo la sua smisurata ambizione.
Resta un problema: è all'orizzonte, guidato da un abilissimo dottor Di Pietro, il partito dei furbi. Rimosse le campane più stonate, ora si intona una melodia suadente, guidata da un furbo impareggiabile. Si presenta nei panni di un incorruttibile giustiziere dei potenti, come l'unico su cui far affidamento, l'eroe necessario. Ai seduttori bisogna saper chiudere la porta e togliere la maschera. Il partito dei furbi potrebbe rivelarsi come una vera sciagura.
Certo, anche il "partito" degli onesti non è mai mancato in questi anni. In genere si tratta di gente che non ha fatto molta strada: hanno lavorato sodo senza coltivare la gloria. Parecchi sono morti semplicemente per il loro impegno contro la mafia, il malgoverno, l'indifferenza, la corruzione.
Anche se, per nostra fortuna, sono state ridimensionate o cancellate presenze indecorose come Sgarbi, Ferrara e Pannella, il partito dei furbi è in aumento. Il suo leader indiscusso, Antonio Di Pietro, più che un furbo è `il Furbissimo" della situazione.
Gettando in campo una popolarità ambiguamente conquistata (ben altri sono i veri e meritevoli artefici di Mani Pulite) e squallidamente coltivata, dondolandosi furbescamente tra destra, sinistra e centro, un uomo di destra come lui è riuscito a farsi passare da eroe nazionale. Superando ogni limite della decenza, si è avvalso della sua notorietà per frequentare tutti i palazzi che, a caccia di "personalità" e di consensi, lo hanno corteggiato nel tentativo di aggiudicarselo, di annetterselo.
A nessuno interessa questo uomo scostante, né si crede alla sua capacità politica. Interessa solo la sua immagine, il suo personaggio, perchè dà lustro averlo nella propria squadra. Il che, certo, non fa onore ai "capitani" dei vari schieramenti.
Il fatto che nessuno abbia il dignitoso coraggio di dirgli di "starsene a casa”; di "non agitarsi tanto", di curare d suo eccesso di protagonismo è decisamente umiliante. Faccia al buon cittadino: la patria non ha per nulla bisogno di un salvatore.
Purtroppo temo che intorno al "Furbissimo", come attorno ad un pallone gonfiato, continuerà ancora il balletto. Forse lo farà cadere solo la sua smisurata ambizione.
Resta un problema: è all'orizzonte, guidato da un abilissimo dottor Di Pietro, il partito dei furbi. Rimosse le campane più stonate, ora si intona una melodia suadente, guidata da un furbo impareggiabile. Si presenta nei panni di un incorruttibile giustiziere dei potenti, come l'unico su cui far affidamento, l'eroe necessario. Ai seduttori bisogna saper chiudere la porta e togliere la maschera. Il partito dei furbi potrebbe rivelarsi come una vera sciagura.
Franco Barbero
Pinerolo, 1 maggio 1996
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