martedì 25 dicembre 2007

IL CRISTIANESIMO NASCE NEL SECONDO SECOLO

“Negli anni precedenti la seconda metà del secondo secolo, è difficile parlare di cristianesimo in quanto religione organizzata e accettata, se non propriamente riconosciuta.

Prima di questo periodo, il cristianesimo era sia nel giudaismo, sia fuori dal giudaismo, senza però costituire una religione svincolata dalle sue radici giudaiche.

Verso la metà del secondo secolo, il cristianesimo iniziò ad acquisire una relativa autonomia rispetto al giudaismo, senza però mai rompere del tutto i ponti: questa corrente religiosa non ha una vera data di nascita, perché la sua edificazione è durata più di un secolo…; un divorzio che non sarebbe mai stato pronunciato, nonostante le reciproche scomuniche.

Nel corso del secondo secolo, ebbe luogo l’emarginazione delle comunità cristiane di origine giudaica (il giudeo-cristianesimo): furono queste ultime a costituire, progressivamente la “Grande Chiesa”…

Il cristianesimo della “Grande Chiesa” era andato costituendosi durante il secondo e terzo secolo attraverso l’elaborazione di concetti nuovi, come quello di eresia e di dogma.

Ed ebbe modo di costituirsi a spese di un folto gruppo di tendenze relegate nell’ombra della marginalità…”
(Storia del cristianesimo, Mondadori 2007, pag 21).

Queste riflessioni del professore Simon C. Mimouni (Direttore di studi a Parigi, all’École pratique des hautes études, dipartimento di scienze religiose) entrano nel merito della storia delle origini dei vari cristianesimi.

Dentro un volume assai diseguale, le pagine del grande studioso francese, qualora fossero accolte nel lavoro esegetico ed omiletico-pastorale delle chiese cristiane, ci aprirebbero ad una rilettura storica straordinariamente ricca e ad un riflessione teologica davvero innovativa.

La progressiva separazione dall’ebraismo-giudaismo ha segnato una svolta profonda nel senso che, solo dopo tale rottura, è stato possibile costruire una dogmatica cristologica e trinitaria.

Solo un contatto vivo con la storia ci permette di leggere correttamente queste formulazioni e di approssimarci all’esperienza delle origini.

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