Un altro teologo è finito nel mirino della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede: si tratta del domenicano belga Ignace Berten, colpevole di aver espresso posizioni eterodosse su questioni come il principio di autorità nella Chiesa, il pluralismo, la bioetica.
Di Berten, professore all’istituto Lumen Vitae di Bruxelles e direttore dell’associazione Espace. Spiritualités, cultures et societé en Europe, sarebbero particolarmente finiti sotto l’occhio inquisitore del dicastero guidato dal card. William Levada due articoli pubblicati su Pièces à conviction, piccola rivista di riflessioni e contributi pubblicata dal Consiglio interdiocesano dei laici (Cil) del Belgio, un forum non ufficiale che cerca di raccogliere e mettere a confronto "i laici impegnati nella Chiesa e nella società".
Non esattamente un organo di primo piano, quindi; e lo stesso Berten, che pure è teologo assai rispettato (ha contribuito, ad esempio, ad un importante numero di Concilium dedicato al dialogo interreligioso), non è certo figura di fama mondiale. Ma sembra che nulla possa sfuggire all’occhio attento di Roma.
Secondo quanto riporta il quotidiano belga La Libre Belgique, il card. Levada avrebbe scritto una lettera al presidente della Conferenza episcopale belga, l’arcivescovo di Bruxelles, card. Godfried Danneels, per segnalare il contenuto degli articoli comparsi su Pièces à conviction e chiedere ai vescovi di intervenire sui responsabili della rivista affinché i suoi contenuti siano, in futuro, maggiormente in linea con il Magistero di Roma.
Ancora secondo il quotidiano, la Conferenza episcopale belga avrebbe lungamente discusso la lettera lo scorso settembre e deciso di "sottoscrivere le osservazioni formulate" dalla Cdf.
Una decisione rimasta, per il momento, senza conseguenze pratiche, anche perché il Consiglio interdiocesano dei laici, pur riconosciuto dalla Conferenza episcopale, non è un organo ufficiale della Chiesa. Paul Lowenthal, presidente del Cil, ha confermato ad Adista di aver ricevuto comunicazione delle "riserve" del card. Levada e di averne discusso con i vescovi belgi, esprimendo la propria disponibilità al dialogo; ma, ha aggiunto, non sono previste per il momento ulteriori conseguenze.
Berten, da parte sua, ha scelto per il momento la strada del silenzio. Nei suoi articoli aveva criticato duramente l’incapacità della Chiesa di accettare profondamente, al di là dei riconoscimenti di circostanza, il pluralismo e la democrazia delle società contemporanee.
Anzi, "un certo funzionamento autoritario della Chiesa in materia dottrinale mina gravemente la sua credibilità, sia interna che esterna". "Sulle questioni etiche – scrive inoltre il teologo – la Chiesa cattolica non è silenziosa ma rimane del tutto, o quasi, inascoltata. Manca di credibilità in larga misura per la sua rigidità e durezza per ciò che riguarda i campi della sessualità e della vita".
Non manca persino un esplicito riferimento, fortemente critico, alla campagna astensionista del card. Camillo Ruini per il referendum sulla procreazione assistita.
Al domenicano hanno espresso la loro solidarietà altri teologi belgi, in una lettera pubblicata sempre su La Libre Belgique, tra cui Jacques Vermeylen, professore alla facoltà di teologia dell’Università cattolica di Lille, il gesuita Paul Tihon e Alice Dermience, tutti firmatari, insieme a Berten, anche del documento sottoscritto da 53 teologi belgi che, nel 2000, aveva fortemente criticato la Dominus Jesus.
Di Berten, professore all’istituto Lumen Vitae di Bruxelles e direttore dell’associazione Espace. Spiritualités, cultures et societé en Europe, sarebbero particolarmente finiti sotto l’occhio inquisitore del dicastero guidato dal card. William Levada due articoli pubblicati su Pièces à conviction, piccola rivista di riflessioni e contributi pubblicata dal Consiglio interdiocesano dei laici (Cil) del Belgio, un forum non ufficiale che cerca di raccogliere e mettere a confronto "i laici impegnati nella Chiesa e nella società".
Non esattamente un organo di primo piano, quindi; e lo stesso Berten, che pure è teologo assai rispettato (ha contribuito, ad esempio, ad un importante numero di Concilium dedicato al dialogo interreligioso), non è certo figura di fama mondiale. Ma sembra che nulla possa sfuggire all’occhio attento di Roma.
Secondo quanto riporta il quotidiano belga La Libre Belgique, il card. Levada avrebbe scritto una lettera al presidente della Conferenza episcopale belga, l’arcivescovo di Bruxelles, card. Godfried Danneels, per segnalare il contenuto degli articoli comparsi su Pièces à conviction e chiedere ai vescovi di intervenire sui responsabili della rivista affinché i suoi contenuti siano, in futuro, maggiormente in linea con il Magistero di Roma.
Ancora secondo il quotidiano, la Conferenza episcopale belga avrebbe lungamente discusso la lettera lo scorso settembre e deciso di "sottoscrivere le osservazioni formulate" dalla Cdf.
Una decisione rimasta, per il momento, senza conseguenze pratiche, anche perché il Consiglio interdiocesano dei laici, pur riconosciuto dalla Conferenza episcopale, non è un organo ufficiale della Chiesa. Paul Lowenthal, presidente del Cil, ha confermato ad Adista di aver ricevuto comunicazione delle "riserve" del card. Levada e di averne discusso con i vescovi belgi, esprimendo la propria disponibilità al dialogo; ma, ha aggiunto, non sono previste per il momento ulteriori conseguenze.
Berten, da parte sua, ha scelto per il momento la strada del silenzio. Nei suoi articoli aveva criticato duramente l’incapacità della Chiesa di accettare profondamente, al di là dei riconoscimenti di circostanza, il pluralismo e la democrazia delle società contemporanee.
Anzi, "un certo funzionamento autoritario della Chiesa in materia dottrinale mina gravemente la sua credibilità, sia interna che esterna". "Sulle questioni etiche – scrive inoltre il teologo – la Chiesa cattolica non è silenziosa ma rimane del tutto, o quasi, inascoltata. Manca di credibilità in larga misura per la sua rigidità e durezza per ciò che riguarda i campi della sessualità e della vita".
Non manca persino un esplicito riferimento, fortemente critico, alla campagna astensionista del card. Camillo Ruini per il referendum sulla procreazione assistita.
Al domenicano hanno espresso la loro solidarietà altri teologi belgi, in una lettera pubblicata sempre su La Libre Belgique, tra cui Jacques Vermeylen, professore alla facoltà di teologia dell’Università cattolica di Lille, il gesuita Paul Tihon e Alice Dermience, tutti firmatari, insieme a Berten, anche del documento sottoscritto da 53 teologi belgi che, nel 2000, aveva fortemente criticato la Dominus Jesus.
Alessandro Speciale (http://www.adista.it/)
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