martedì 25 dicembre 2007

SORPRESE NATALIZIE

Insomma, c’è da essere piuttosto…tramortiti in questo Natale che ci riserva alcune sorprese non proprio al cioccolato.

Non parlo di Turigliatto che è "passato con Forza Italia": lo avevamo capito da un pezzo. Non è una novità (ma chi lo ha votato?).

Non parlo nemmeno delle politiche di esclusione che Milano e altri sindaci leghisti organizzano contro i bimbi stranieri (non devono essere figli di clandestini e non devono superare il 30% del totale): esse sono la “normale” prosecuzione di una autentica “caccia allo stranero”.

Non parlo della “compra-vendita” dei senatori che, nonostante tutto, prosegue sotto banco. Dini e soci lo dimostrano.

Parlo dell’alleanza strategica dal Vaticano e Presidente della Repubblica Francese. Marco Politi scrive su Repubblica di venerdì 21 dicembre:

“Sarkò ribattezza la Francia. Dai tempi di Clodoveo nessun leader francese è arrivato in Vaticano con tanto entusiasmo per Santa Romana Chiesa. Il neo-presidente porta in omaggio al pontefice una cattolicità ostentata, l’esaltazione delle radici cristiane della Francia: sono cattolico di tradizione e di cuore… Con Ratzinger c’è pieno accordo nel definire un crimine l’oblio dell’eredità cristiana del Continente”.

In San Giovanni Laterano, accanto al cardinale Ruini, viene insediato nella carica di “primo canonico” della basilica e pronuncia un discorso talmente ratzingeriano che i numerosi prelati presenti si spellano le mani negli applausi.

Dunque Sarkò è “canonico della cattedrale”! Lo vedete voi con l’ermellino andare a recitare il breviario… accompagnato da Carla Bruni? Per lui si può fare un eccezione… e si può chiudere più di un occhio.

Intanto è già stata programmata la visita del papa in Francia per dire ancora una volta che la morale laica è giunta all’esaurimento. Il papa questa volta potrà citare un canonico della cattedrale di San Giovanni in Laterano.

Come non osservare che il Vaticano pur di fare alleanze e garantirsi potere, venderebbe Gesù Cristo?

Nei prossimi giorni ascolteremo il discorso natalizio in cui il papa parlerà della famiglia, dei poveri, della pace con quella consueta cantilena soporifera che conosciamo dall’infanzia.

Evidentemente con Sarkò sulla famiglia cristiana ha glissato un po’.

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