Il carissimo ed infaticabile biblista cattolico Ortensio da Spinetoli, frate dell’Ordine dei Cappuccini dal 1949, ci regala un nuovo studio intitolato “La famiglia di Gesù!?” (Edizioni La Meridiana – info@lameridiana.it – Molfetta 2007, pagg. 64, € 10) che ha la tonalità di una calda conversazione con il lettore e la lettrice.
Si tratta di andare alla ricerca del Gesù della storia in cui non ha alcuna rilevanza se fosse celibe o sposato. Così non hanno alcuna importanza altre “curiosità” che non riusciremo mai a risolvere.
Il vero guaio è che Gesù è stato idealizzato, reso etereo e celestiale e così il suo messaggio si è in larga misura volatilizzato, spiritualizzato. Questa “onda” ha addirittura fatto di Maria, la mamma di Gesù, la “madre di Dio”.
Le leggende della nascita verginale ci nascondono la numerosa famiglia carnale di Gesù e “in questa elaborazione della storia evangelica, Maria non è…una qualsiasi madre, ma come il braccio destro di Dio e del figlio, la collaboratrice insostituibile dell’opera che egli è chiamato a compiere” (pag. 49).
“Gli stessi testi da cui provengono tutte le “informazioni” sulla madre di Gesù sono più immaginari che reali, dove la devozione e la fantasia hanno più spazio dell’obiettività storica”.
Siamo sul terreno dell’invenzione e non della storia. Quando si dogmatizzò la figura divina di Gesù, la devozione ricoprì di gloria la figura di Maria. Il vero problema non è tanto nei testi del Secondo Testamento quando nella lettura fondamentale e dogmatica che è prevalsa nei secoli favorendo un devozionismo di bassa lega.
A Natale ne sentiremo delle belle: il guaio per la nostra fede è che si scambia una leggenda teologica ricca di significato con un dato biologico.
La Bibbia resta ancora un libro chiuso e manipolato.
Si tratta di andare alla ricerca del Gesù della storia in cui non ha alcuna rilevanza se fosse celibe o sposato. Così non hanno alcuna importanza altre “curiosità” che non riusciremo mai a risolvere.
Il vero guaio è che Gesù è stato idealizzato, reso etereo e celestiale e così il suo messaggio si è in larga misura volatilizzato, spiritualizzato. Questa “onda” ha addirittura fatto di Maria, la mamma di Gesù, la “madre di Dio”.
Le leggende della nascita verginale ci nascondono la numerosa famiglia carnale di Gesù e “in questa elaborazione della storia evangelica, Maria non è…una qualsiasi madre, ma come il braccio destro di Dio e del figlio, la collaboratrice insostituibile dell’opera che egli è chiamato a compiere” (pag. 49).
“Gli stessi testi da cui provengono tutte le “informazioni” sulla madre di Gesù sono più immaginari che reali, dove la devozione e la fantasia hanno più spazio dell’obiettività storica”.
Siamo sul terreno dell’invenzione e non della storia. Quando si dogmatizzò la figura divina di Gesù, la devozione ricoprì di gloria la figura di Maria. Il vero problema non è tanto nei testi del Secondo Testamento quando nella lettura fondamentale e dogmatica che è prevalsa nei secoli favorendo un devozionismo di bassa lega.
A Natale ne sentiremo delle belle: il guaio per la nostra fede è che si scambia una leggenda teologica ricca di significato con un dato biologico.
La Bibbia resta ancora un libro chiuso e manipolato.
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