Dopo la condanna di padre Jon Sobrino e di padre Peter Phan e persino di Claude Geffrè, ora la scure vaticana si abbatte sull’opera del teologo di origine spagnola padre Josè Maria Vigil per il suo volume “Teologia del pluralismo religioso”. Notizie dettagliatissime si trovano su ADISTA del 19 gennaio 2008.
Quale motivazione adducono i “censori” al teologo Vigil? Siccome Vigil distingue nettamente tra il Gesù della storia e il Cristo della dogmatica, divenuto poi la seconda persona della trinità, questo risulta tanto ovvio per lo studioso quanto inaccettabile per il vaticano.
Ma “questo problema non viene certamente da Gesù ma dal Cristo costruito dalla dogmatica cristiana. L’atteggiamento di Gesù è totalmente diverso: egli non affermò mai di sé ciò che l’istituzione che a lui si richiama ha detto di lui. La Chiesa ha vissuto praticamente tutta la sua storia credendo che fossero storiche le parole che Giovanni gli ha messo in bocca, che affermavano la sua identità con il padre, il suo essere “la via, la verità e la vita”. Oggi siamo ormai certi che Gesù questo non lo pensò mai. Egli non fu mai cristocentrico, ma teocentrico e egocentrico. Gesù non predicò mai la dogmatica cristologica, bensì un altro messaggio” (Adista, pag. 5).
Sembra incredibile: sono le stesse parole che scrivo in tutti i miei libri da 33 anni. Vedo che la cristologia dogmatica è costretta a fare i conti con l’esegesi e con la svolta ermeneutica che tanto terrorizza i dicasteri romani.
Un vero peccato perché adorare le formulazioni è idolatria che ci porta a cancellare il Gesù della storia e della fede. Si è così costruito un Gesù piegato agli usi e agli interessi dell’istituzione ecclesiastica.
Il vaticano sta tentando di annientare la ricerca teologica. Occorre, invece, continuare con fiducia sul solco ormai molto profondo di queste ricerche così fedeli alla storia e così preziose per il nostro cammino di fede.
Quale motivazione adducono i “censori” al teologo Vigil? Siccome Vigil distingue nettamente tra il Gesù della storia e il Cristo della dogmatica, divenuto poi la seconda persona della trinità, questo risulta tanto ovvio per lo studioso quanto inaccettabile per il vaticano.
Ma “questo problema non viene certamente da Gesù ma dal Cristo costruito dalla dogmatica cristiana. L’atteggiamento di Gesù è totalmente diverso: egli non affermò mai di sé ciò che l’istituzione che a lui si richiama ha detto di lui. La Chiesa ha vissuto praticamente tutta la sua storia credendo che fossero storiche le parole che Giovanni gli ha messo in bocca, che affermavano la sua identità con il padre, il suo essere “la via, la verità e la vita”. Oggi siamo ormai certi che Gesù questo non lo pensò mai. Egli non fu mai cristocentrico, ma teocentrico e egocentrico. Gesù non predicò mai la dogmatica cristologica, bensì un altro messaggio” (Adista, pag. 5).
Sembra incredibile: sono le stesse parole che scrivo in tutti i miei libri da 33 anni. Vedo che la cristologia dogmatica è costretta a fare i conti con l’esegesi e con la svolta ermeneutica che tanto terrorizza i dicasteri romani.
Un vero peccato perché adorare le formulazioni è idolatria che ci porta a cancellare il Gesù della storia e della fede. Si è così costruito un Gesù piegato agli usi e agli interessi dell’istituzione ecclesiastica.
Il vaticano sta tentando di annientare la ricerca teologica. Occorre, invece, continuare con fiducia sul solco ormai molto profondo di queste ricerche così fedeli alla storia e così preziose per il nostro cammino di fede.
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