Queste sono le ultime nozze gay che finora ho benedetto dopo un lungo percorso di preparazione. Ogni celebrazione, in qualche misura, è un fatto nuovo perchè le persone sono sempre delle "novità". Ma anche l'intera celebrazione di volta in volta viene composta da capo a fondo.
Ho qui davanti a me i ciclostilati delle celebrazioni eucaristiche del matrimonio di Elisa e Ilaria (16 settembre 2007) e di Emanuela ed Alessandra (28 ottobre 2007), due celebrazioni completamente diverse.
Va riconosciuta la grande creatività dei fratelli e delle sorelle che ogni volta cercano di esprimere, anche in consonanza con le persone e i percorsi degli sposi/e, con parole nuove la fede e la speranza che ci uniscono.
Questa celebrazione che ora riporto ha, tra l'altro, una caratteristica che ho molto apprezzato: le tre coppie che fino a 14 mesi fa non si conoscevano, nel percorso di preparazione compiuto con me, hanno cominciato a conoscersi e (cosa all'inizio non semplice, ma molto costruttiva) hanno maturato la decisione gioiosissima di celebrare il loro matrimonio insieme in un unica eucarestia.
CELEBRAZIONE EUCARISTICA
nel giorno del matrimonio di Enzo e Ilario, Luisa e Pina, Ettore e Alberto
P. - Oggi ci doni di vivere la sovrabbondanza del Tuo amore attraverso le vite dei nostri sposi e delle nostre spose. O Dio, riconosciamo in questo loro amore un dono prezioso che viene da Te.
Cantiamo l'Alleluia per ringraziare Dio.
P. - Si, dobbiamo ringraziare anche perchè avete viaggiato tantissime ore e perchè questa notte avete riposato bene e ora siete qui nella gioia. Saluto anche tutti gli altri partecipanti. Muoversi per un viaggio così è un impresa: la Basilicata non è proprio dietro l'angolo.
1. - Per ogni fiume c'è sempre una sorgente: come per ogni amore c'è sempre un inizio.
Tu, o Dio, sei la sorgente, Tu sei l'inizio.
2. - Sorge lontana una speranza irraggiungibile: poi, giorno dopo giorno, si intravede un sentiero.
Sei Tu, o Dio, che ci hai aperto il cammino.
T. - Camminare con Te, o Dio della vita, diventa talvolta una totale sorpresa
Con Te è possibile tentare l'impossibile.
1. - Ti benediciamo perchè cerchi con noi la nostra felicità, quella vera e profonda.
Tu sei un Dio amico, un Dio che sorride.
2. - Sei stato con noi nei giorni dell'arsura, quando non esisteva altro che solitudine.
Oggi il deserto è diventato un giardino.
Canto: "Su ali d'aquila".
G. - Ascoltiamo ora le due letture bibliche scelte dagli sposi. La prima è il salmo 126 ("Dal pianto alla gioia"), la seconda è Marco 5, 1-20.
Salmo 126
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
“Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
Nell'andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.
Marco 5, 1-20
Così giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gadareni. E, come Gesù scese dalla barca, subito gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva la sua dimora fra i sepolcri, e nessuno riusciva a tenerlo legato neanche con catene. Infatti più volte era stato legato con ceppi e con catene; ma egli aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi; e nessuno era riuscito a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra i sepolcri e su per i monti, andava gridando e picchiandosi con pietre. Ora, quando vide Gesù da lontano, egli accorse e gli si prostrò davanti, e dando un gran grido, disse: "Che c'è fra me e te, Gesù Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi!". Perché egli gli diceva: "Spirito immondo, esci da quest'uomo!". Poi Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". E quello rispose, dicendo: "Io mi chiamo Legione, perché siamo molti". E lo supplicava con insistenza perché non li mandasse fuori da quella regione. Or vi era là, sul pendio del monte, un grande branco di porci che pascolava. Allora tutti i demoni lo pregarono, dicendo: "Mandaci nei porci, perché entriamo in essi". E Gesù prontamente lo permise loro; allora gli spiriti immondi, usciti, entrarono nei porci e il branco si precipitò giù per il dirupo nel mare, erano circa duemila, e affogarono nel mare. Allora quelli che custodivano i porci fuggirono e diffusero la notizia in città e per le campagne; e la gente venne a vedere ciò che era accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. E quelli che avevano visto l'accaduto, raccontarono loro ciò che era successo all'indemoniato e il fatto dei porci. Allora essi cominciarono a pregarlo che se ne andasse dal loro territorio. Mentre egli saliva sulla barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di poter rimanere con lui ma Gesù non glielo permise; gli disse invece: "Va' a casa tua dai tuoi e racconta loro quali grandi cose il Signore ti ha fatto e come ha avuto pietà di te". Egli se ne andò e cominciò a predicare per la Decapoli tutto quanto Gesù gli aveva fatto; tutti restavano meravigliati.
P. - (Ho commentato brevemente questi due testi e poi ci sono stati alcuni brevi interventi).
Canto: "Musica di festa".
Celebrazione del matrimonio e scambio degli anelli con parole piene di fede e di amore. (Ettore ha dovuto fare una pausa per le lacrime e l'emozione).
Canto
1. - Lasciaci nel cuore, come in un solco, il germe della Tua Parola, Dio - Amore.
Così il nostro alberello si nutrirà di Te.
2. - Prendiamo dalle Tue mani questo amore sapendo che sarà necessario custodirlo e soprattutto renderlo fecondo attorno a noi.
1. - Vogliamo davanti a Te prendere oggi l'impegno di combattere i pregiudizi con tutte le nostre forze per diventare uomini e donne accoglienti.
2. - Libera il nostro cuore dalla morsa dell'egoismo perchè i nostri occhi vedano il dolore del mondo e le nostre mani lavorino a costruire giustizia.
P. - E ora facciamo memoria del pasto che Gesù condivise con i suoi discepoli.
T. - Eccoci, o Sorgente della vita e dell'amore, alla memoria dell'ultima cena di Gesù, come suoi discepoli e sue discepole. Egli, sapendo ormai vicina l'ora in cui la congiura del potere avrebbe prevalso, concentrò nel semplice segno del pane spezzato e del vino condiviso tutto il suo insegnamento e disse: "Prendete e mangiate: la mia vita è data per voi e per l'umanità. Quando mangerete questo pasto, lo farete per non dimenticarvi di me." Poi prese la coppa del vino e, porgendola a tutti e tutte, disse: "Prendete e bevete: la mia vita ha pagato fino allo spargimento del sangue la dedizione alla causa di Dio e dei fratelli e delle sorelle. Dio vi garantisce una alleanza eterna, perfetta: Egli non ritirerà mai il Suo amore dall'umanità. Mangiate questo pasto, ve lo raccomando, per non dimenticarvi di me, di tutto quello che vi ho detto e di tutto quello che ho fatto".
P. - Preghiera di condivisione.
Comunione.
P. - Recitiamo insieme il "Padre Nostro".
Benedizione finale
Sposi: Siamo venuti a Te pieno di trepidazione. Ora andiamo nella vita pieni di fiducia.
Ci saranno pianure, discese e salite: le percorreremo con Te, Dio della vita.
Spose: Siamo venute qui con mille e mille dubbi. Oggi la gioia ha riempito i nostri cuori. Vorremmo poter gridare a tutto il mondo che con Te, o Dio, l'inedito diventa possibile.
T. - Grazie, o Dio: oggi hai allargato i nostri cuori.
L'amore ci fa sempre pensare a Te.
P. - Ecco, ora andiamo nella vita. Non chiudiamoci nel nostro piccolo cerchio. Mettiamo la tenerezza e la giustizia al primo posto nella nostra vita quotidiana. Ascoltiamo l'augurio e l'esortazione che ci vengono dal poeta libanese Kahlil Gibram sull'amore:
"Quando l'amore vi chiama, seguitelo
anche se ha vie sassose e ripide.
E quando vi parla credete in lui
benchè la sua voce possa disperdere i vostri sogni
come il vento del nord devasta il giardino.
Poichè come l'amore vi esalta così vi crocifigge
e come vi matura così vi poterà.
E vi consegna al suo sacro fuoco
perchè voi siate il pane santo della mensa di Dio.
Tutto ciò che compie l'amore in voi
affinchè conosciate il segreto del vostro cuore
e possiate diventare un frammento
del cuore della Vita.
L'amore non dà nulla fuorchè sè stesso
e non coglie nulla se non in sè stesso.
L'amore non possiede nè vorrebbe essere posseduto
perchè l'amore è sufficiente all'amore.
E non pensate di poter dirigere l'amore
perchè se vi trova degni è lui che vi conduce.
L'amore non desidera che consumarsi!
Se amate davvero siano questi i vostri desideri:
destarsi all'alba con un cuore alato
e ringraziare per un altro giorno d'amore;
addormentarsi a sera
con una preghiera per l'amato nel cuore
e un canto di lode sulle labbra.".
Ho qui davanti a me i ciclostilati delle celebrazioni eucaristiche del matrimonio di Elisa e Ilaria (16 settembre 2007) e di Emanuela ed Alessandra (28 ottobre 2007), due celebrazioni completamente diverse.
Va riconosciuta la grande creatività dei fratelli e delle sorelle che ogni volta cercano di esprimere, anche in consonanza con le persone e i percorsi degli sposi/e, con parole nuove la fede e la speranza che ci uniscono.
Questa celebrazione che ora riporto ha, tra l'altro, una caratteristica che ho molto apprezzato: le tre coppie che fino a 14 mesi fa non si conoscevano, nel percorso di preparazione compiuto con me, hanno cominciato a conoscersi e (cosa all'inizio non semplice, ma molto costruttiva) hanno maturato la decisione gioiosissima di celebrare il loro matrimonio insieme in un unica eucarestia.
CELEBRAZIONE EUCARISTICA
nel giorno del matrimonio di Enzo e Ilario, Luisa e Pina, Ettore e Alberto
P. - Oggi ci doni di vivere la sovrabbondanza del Tuo amore attraverso le vite dei nostri sposi e delle nostre spose. O Dio, riconosciamo in questo loro amore un dono prezioso che viene da Te.
Cantiamo l'Alleluia per ringraziare Dio.
P. - Si, dobbiamo ringraziare anche perchè avete viaggiato tantissime ore e perchè questa notte avete riposato bene e ora siete qui nella gioia. Saluto anche tutti gli altri partecipanti. Muoversi per un viaggio così è un impresa: la Basilicata non è proprio dietro l'angolo.
1. - Per ogni fiume c'è sempre una sorgente: come per ogni amore c'è sempre un inizio.
Tu, o Dio, sei la sorgente, Tu sei l'inizio.
2. - Sorge lontana una speranza irraggiungibile: poi, giorno dopo giorno, si intravede un sentiero.
Sei Tu, o Dio, che ci hai aperto il cammino.
T. - Camminare con Te, o Dio della vita, diventa talvolta una totale sorpresa
Con Te è possibile tentare l'impossibile.
1. - Ti benediciamo perchè cerchi con noi la nostra felicità, quella vera e profonda.
Tu sei un Dio amico, un Dio che sorride.
2. - Sei stato con noi nei giorni dell'arsura, quando non esisteva altro che solitudine.
Oggi il deserto è diventato un giardino.
Canto: "Su ali d'aquila".
G. - Ascoltiamo ora le due letture bibliche scelte dagli sposi. La prima è il salmo 126 ("Dal pianto alla gioia"), la seconda è Marco 5, 1-20.
Salmo 126
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
“Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
Nell'andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.
Marco 5, 1-20
Così giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gadareni. E, come Gesù scese dalla barca, subito gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva la sua dimora fra i sepolcri, e nessuno riusciva a tenerlo legato neanche con catene. Infatti più volte era stato legato con ceppi e con catene; ma egli aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi; e nessuno era riuscito a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra i sepolcri e su per i monti, andava gridando e picchiandosi con pietre. Ora, quando vide Gesù da lontano, egli accorse e gli si prostrò davanti, e dando un gran grido, disse: "Che c'è fra me e te, Gesù Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi!". Perché egli gli diceva: "Spirito immondo, esci da quest'uomo!". Poi Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". E quello rispose, dicendo: "Io mi chiamo Legione, perché siamo molti". E lo supplicava con insistenza perché non li mandasse fuori da quella regione. Or vi era là, sul pendio del monte, un grande branco di porci che pascolava. Allora tutti i demoni lo pregarono, dicendo: "Mandaci nei porci, perché entriamo in essi". E Gesù prontamente lo permise loro; allora gli spiriti immondi, usciti, entrarono nei porci e il branco si precipitò giù per il dirupo nel mare, erano circa duemila, e affogarono nel mare. Allora quelli che custodivano i porci fuggirono e diffusero la notizia in città e per le campagne; e la gente venne a vedere ciò che era accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. E quelli che avevano visto l'accaduto, raccontarono loro ciò che era successo all'indemoniato e il fatto dei porci. Allora essi cominciarono a pregarlo che se ne andasse dal loro territorio. Mentre egli saliva sulla barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di poter rimanere con lui ma Gesù non glielo permise; gli disse invece: "Va' a casa tua dai tuoi e racconta loro quali grandi cose il Signore ti ha fatto e come ha avuto pietà di te". Egli se ne andò e cominciò a predicare per la Decapoli tutto quanto Gesù gli aveva fatto; tutti restavano meravigliati.
P. - (Ho commentato brevemente questi due testi e poi ci sono stati alcuni brevi interventi).
Canto: "Musica di festa".
Celebrazione del matrimonio e scambio degli anelli con parole piene di fede e di amore. (Ettore ha dovuto fare una pausa per le lacrime e l'emozione).
Canto
1. - Lasciaci nel cuore, come in un solco, il germe della Tua Parola, Dio - Amore.
Così il nostro alberello si nutrirà di Te.
2. - Prendiamo dalle Tue mani questo amore sapendo che sarà necessario custodirlo e soprattutto renderlo fecondo attorno a noi.
1. - Vogliamo davanti a Te prendere oggi l'impegno di combattere i pregiudizi con tutte le nostre forze per diventare uomini e donne accoglienti.
2. - Libera il nostro cuore dalla morsa dell'egoismo perchè i nostri occhi vedano il dolore del mondo e le nostre mani lavorino a costruire giustizia.
P. - E ora facciamo memoria del pasto che Gesù condivise con i suoi discepoli.
T. - Eccoci, o Sorgente della vita e dell'amore, alla memoria dell'ultima cena di Gesù, come suoi discepoli e sue discepole. Egli, sapendo ormai vicina l'ora in cui la congiura del potere avrebbe prevalso, concentrò nel semplice segno del pane spezzato e del vino condiviso tutto il suo insegnamento e disse: "Prendete e mangiate: la mia vita è data per voi e per l'umanità. Quando mangerete questo pasto, lo farete per non dimenticarvi di me." Poi prese la coppa del vino e, porgendola a tutti e tutte, disse: "Prendete e bevete: la mia vita ha pagato fino allo spargimento del sangue la dedizione alla causa di Dio e dei fratelli e delle sorelle. Dio vi garantisce una alleanza eterna, perfetta: Egli non ritirerà mai il Suo amore dall'umanità. Mangiate questo pasto, ve lo raccomando, per non dimenticarvi di me, di tutto quello che vi ho detto e di tutto quello che ho fatto".
P. - Preghiera di condivisione.
Comunione.
P. - Recitiamo insieme il "Padre Nostro".
Benedizione finale
Sposi: Siamo venuti a Te pieno di trepidazione. Ora andiamo nella vita pieni di fiducia.
Ci saranno pianure, discese e salite: le percorreremo con Te, Dio della vita.
Spose: Siamo venute qui con mille e mille dubbi. Oggi la gioia ha riempito i nostri cuori. Vorremmo poter gridare a tutto il mondo che con Te, o Dio, l'inedito diventa possibile.
T. - Grazie, o Dio: oggi hai allargato i nostri cuori.
L'amore ci fa sempre pensare a Te.
P. - Ecco, ora andiamo nella vita. Non chiudiamoci nel nostro piccolo cerchio. Mettiamo la tenerezza e la giustizia al primo posto nella nostra vita quotidiana. Ascoltiamo l'augurio e l'esortazione che ci vengono dal poeta libanese Kahlil Gibram sull'amore:
"Quando l'amore vi chiama, seguitelo
anche se ha vie sassose e ripide.
E quando vi parla credete in lui
benchè la sua voce possa disperdere i vostri sogni
come il vento del nord devasta il giardino.
Poichè come l'amore vi esalta così vi crocifigge
e come vi matura così vi poterà.
E vi consegna al suo sacro fuoco
perchè voi siate il pane santo della mensa di Dio.
Tutto ciò che compie l'amore in voi
affinchè conosciate il segreto del vostro cuore
e possiate diventare un frammento
del cuore della Vita.
L'amore non dà nulla fuorchè sè stesso
e non coglie nulla se non in sè stesso.
L'amore non possiede nè vorrebbe essere posseduto
perchè l'amore è sufficiente all'amore.
E non pensate di poter dirigere l'amore
perchè se vi trova degni è lui che vi conduce.
L'amore non desidera che consumarsi!
Se amate davvero siano questi i vostri desideri:
destarsi all'alba con un cuore alato
e ringraziare per un altro giorno d'amore;
addormentarsi a sera
con una preghiera per l'amato nel cuore
e un canto di lode sulle labbra.".
Nessun commento:
Posta un commento