lunedì 21 aprile 2008

MANI E MANI

L’annuncio della parola dovrà essere accompagnato dalla testimonianza dei gesti. Perché anche delle mani bisogna dare testimonianza.

Le mani dei testimoni, come le mani di Gesù, dovrebbero anch’esse essere segni di riconoscimento.

Mani che non abbiano paura di toccare gli impuri e le impure, mani che si avvicinino al dolore, mani capaci di consolare, capaci di posarsi con semplicità sulle spalle di chi ha offeso e dirgli “ti perdono”.

Mani di tenerezza per un mondo più disposto al pugno chiuso che alla carezza.

Mani che non accumulino egoisticamente il pane, ma che lo spezzino, lo condividano e benedicano Dio per questo.

Durante la loro esistenza storica, le mani di Gesù hanno avuto un campo d’azione limitato: il suo paese e i dintorni.

Le mani dei testimoni sono chiamate a moltiplicarsi e ad estendersi in tutte le nazioni. E in tutti i gesti che rendano possibile il riconoscimento.

Che per le nostre mani, quelli che vedono e toccano possano dire: “Sono loro, amano con le loro mani come ha amato il loro Maestro.”
Gloria Ladislao

Nessun commento: