martedì 6 maggio 2008

CALDEROLI

Giusto e doveroso ricordare che la scelta dei ministri compete alle competenti autorità italiane. Tuttavia è davvero il caso di domandarci se uomini come Calderoli (e tanti altri) possono rappresentare l’Italia senza screditarla.

Ma su L’Unità di domenica 4 maggio Anna Tarquini scrive:
"Chi ora vuole mettere sul patibolo solo Calderoli sbaglia. Perché il primo a sparare a zero sull’islam – salvo poi rimangiarsi tutto – fu proprio il futuro premier. Era a Berlino, era presidente del Consiglio da pochi mesi, era il settembre del 2001. A una platea di giornalisti attonita sorrise: “ Dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà – disse per poi spiegare -. La civiltà occidentale ha garantito e garantisce tolleranza e riconosce il valore della diversità”.

Prima ancora di Calderoli ci sono le gaffe di Berlusconi, prima ancora delle “ magliette sataniche” o del “maiale-day” ci sono gli editti firmati da Gibelli, allora presidente dei deputati del Carroccio e le minacce di Cesare Rizzi a un Pisanu che cercava faticosamente di aprire un dialogo.

C’era l’oltranzismo del presidente del Senato Pera che domandava tolleranza zero contro l’intolleranza di certa religione.

Sarà meglio che cominciamo a ragionare su “il governo Berlusconi e la questione islamica” per tempo.

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