Riporto da L'Unità di lunedì 26 maggio un articolo che va letto con attenzione. Ecco: nessuno è stato punito... e si capisce bene in che clima nascono le ronde razziste e le violenze fasciste.
L'ambasciata di Romania a Roma ha chiesto alle autorità italiane quali "misure" intendono prendere per "individuare e punire" chi ha affisso un cartello xenofobo nella bacheca di un'azienda di Pieve di Soligo, Treviso. Ma chiedono anche quali provvedimenti intendono assumere per "prevenire simili casi in futuro".
Ricordate? Quel cartello dal titolo "Calendario venatorio 2007-2008" diceva: "Si comunica a tutti gli italiani l'apertura della caccia, tutto l'anno, per la seguente selvaggina migratoria: rumeni, albanesi, kosovari, zingari, talebani, afghani ed extracomunitari in genere. E' sospesa da questo momento la caccia ai comunisti in quanto specie in via di estinzione, restando possibile cacciarli nelle zone di ripopolamento quali case del popolo e centri sociali. E' consentito, vista la coriacità della sopracitata selvaggina, l'uso di armi quali fucili di ogni genere, possibilmente ad arma liscia, carabine di precisione e pistole di grosso calibro. In presenza di stormi numerosi è ammesso anche l'uso di bombe a mano, obici, mitragliatori automatici, gas velenosi ... Si consiglia l'abbattimento di capi giovani per estinguere più rapidamente le razze". Una goliardata, s'è detto in fretta, troppo in fretta. Il clima c'è, e c'è anche chi passa a vie di fatto.
Così l'ambasciata romena chiede chiarimenti al prefetto di Treviso e ai ministri degli Esteri e degli Interni: "Il cartello è anonimo e contiene espressioni ingiuriose ed esortazioni all'allontanamento dall'Italia di cittadini di altri stati, inclusi quelli dell'Ue, come la Romania" sottolinea il Ministero degli Esteri di Bucarest. E "condanna con fermezza qualsiasi manifestazione xenofoba e razzista, nella convinzione che le autorità italiane prenderanno le misure richieste da questa situazione".
L'ambasciata di Romania a Roma ha chiesto alle autorità italiane quali "misure" intendono prendere per "individuare e punire" chi ha affisso un cartello xenofobo nella bacheca di un'azienda di Pieve di Soligo, Treviso. Ma chiedono anche quali provvedimenti intendono assumere per "prevenire simili casi in futuro".
Ricordate? Quel cartello dal titolo "Calendario venatorio 2007-2008" diceva: "Si comunica a tutti gli italiani l'apertura della caccia, tutto l'anno, per la seguente selvaggina migratoria: rumeni, albanesi, kosovari, zingari, talebani, afghani ed extracomunitari in genere. E' sospesa da questo momento la caccia ai comunisti in quanto specie in via di estinzione, restando possibile cacciarli nelle zone di ripopolamento quali case del popolo e centri sociali. E' consentito, vista la coriacità della sopracitata selvaggina, l'uso di armi quali fucili di ogni genere, possibilmente ad arma liscia, carabine di precisione e pistole di grosso calibro. In presenza di stormi numerosi è ammesso anche l'uso di bombe a mano, obici, mitragliatori automatici, gas velenosi ... Si consiglia l'abbattimento di capi giovani per estinguere più rapidamente le razze". Una goliardata, s'è detto in fretta, troppo in fretta. Il clima c'è, e c'è anche chi passa a vie di fatto.
Così l'ambasciata romena chiede chiarimenti al prefetto di Treviso e ai ministri degli Esteri e degli Interni: "Il cartello è anonimo e contiene espressioni ingiuriose ed esortazioni all'allontanamento dall'Italia di cittadini di altri stati, inclusi quelli dell'Ue, come la Romania" sottolinea il Ministero degli Esteri di Bucarest. E "condanna con fermezza qualsiasi manifestazione xenofoba e razzista, nella convinzione che le autorità italiane prenderanno le misure richieste da questa situazione".
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