domenica 6 luglio 2008

ORISTANO

L'Unità di Venerdì 4 Luglio documenta un fatto interessante. La comunità rom di Terralba, sfrattata a colpi di ruspa sulle povere baracche, ora ha ritrovato un pò di pace e una nuova casa nelle campagne di Arborea.

"Cosa potevo fare - spiega don Gianni - sono stati cacciati e non sapevano dove andare. Nei loro occhi ho letto la disperazione, mica potevo girare la faccia dall'altra parte. Eppoi è ora di finirla con questa storia che i rom sono ladri e via dicendo. Se vivono ai margini è perchè nessuno li vuole vicino". Don Gianni, 63 anni, è il fondatore della comunità che si occupa di dare assistenza ai detenuti in espiazione esterna, ai sofferenti psichici e alle vittime di violenze. Per questo non ci sta a giocare la partita del "tutti contro gli zingari, perchè non è vero che sono tutti ladri e non è vero che sono tutti fannulloni". Non è certo un caso che sia stato proprio lui - nel 2005 - a battersi perchè i piccoli rom di Terralba potessero andare a scuola. "Li conosco da quando erano piccolissimi, sono stati loro a chiedere il nostro aiuto - racconta - erano disperati e terrorizzati, hanno visto poi le loro case buttate giù dalle ruspe". Da Terralba alla comunità di Arborea il passo è breve. "Abbiamo messo a disposizione un tendone perchè possano vivere decentemente - racconta don Usai - d'altronde è il minimo che si potesse fare per bimbi e famiglie che, per ignoranza altrui e senza motivo, sono state emarginate dal mondo cosiddetto normale perchè, diciamolo chiaramente, chi è povero dà fastidio."

Qualche cristiano c'è ancora in questa chiesa del potere. E c'è ancora qualche prete che sta con i poveri.

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