domenica 3 agosto 2008

Eluana

Ricevo e pubblico


Caro don Franco,

Mi spiace di non averle più scritto, ma per me quest'anno è stato molto
pesante sia per motivi di salute che per motivi familiari e di lavoro.
Questo non significa che io mi sia dimenticato di lei, anzi prego sempre per lei.
Volevo manifestarle il mio disappunto per la posizione assunta dalla Chiesa
di Roma per il caso di Eluana e scrivo a lei, mi scusi, solo perché la so
sensibile a queste tematiche sociali e anche perché non so come inserire un
msg sul suo blog.
Mi chiedo se sia giusto, sia detto in senso provocatorio, lasciare una
persona in coma a vegetare. Già con Welby e con altri come loro ci sono
state posizioni simili da Santa Romana Chiesa. Cosa significa equiparare
l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione forzata all'eutanasia?
Mi sbaglio o ne parla e anzi la prevede anche il Catechismo di Ratzinger?
Quei signori di Roma si sono dimenticati che Gesù ha detto "misericordia io
voglio non sacrificio?" (cito a memoria).
La vita è già piena di sacrifici e di sofferenze di per sé, ma secondo me, è
sbagliatissimo fare assurgere la sofferenza a dogma, nel senso di un'offerta
fatta a Dio. Non credo che Dio ci chieda questo. Forse mi crederà un cattivo
cristiano, ma la gente, quella normale, che non siede in parlamento né sugli
scranni vescovili, a parte pochi casi, non trova molta edificazione nella
sofferenza. Ho visto morire mia madre di cancro tra mille sofferenze nel
1982, e quando il suo medico ha proposto di iniettarle la morfina per
liberarla da sofferenze indicibili, anch'io, insieme ai miei fratelli, ho
dato il mio assenso.
Questi signori rivestiti di porpora ho paura che conoscano poco della vita,
quella della gente comune, che fa fatica ad andare avanti, che è emarginata
o che soffre nel corpo e nello spirito. Si vede che sono un anticlericale (e
in effetti lo sono), ma la sofferenza deve avere un limite secondo me,
diversamente diventa persecuzione. Mi scusi se mi sono permesso e se ho
detto qualcosa che lei non condivide.
Preghiamo l'uno per l'altro.

Leonardo

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Gentile amico,
 
condivido la sua riflessione piena di umanità e di fede. La chiesa cattolica ufficiale si regge sull'ignoranza, sulla manipoalzione, sul denaro e sul "dogma della sofferenza". Ci vorrebbero tutti "gementi e piangenti in questa valle di lacrime".
Bisogna riprendersi la responsabilità della propria morte dopo quella della vita. Ne è parte integrante, indissociabile.
Grazie del Suo ricordo anche nella pregheria.
Con amicizia.

don Franco

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