domenica 3 agosto 2008

IL PAPA E I GIOVANI

Ricevo e pubblico queste limpide e costruttive annotazioni di un mio caro confratello, don Federico


Il papa e i giovani insieme per la Vita. In una società in crisi di valori, il santo padre ha riunito le forze fresche della chiesa cattolica romana a Sydney, in Australia, per la XXIII Giornata mondiale della gioventù.

Fedele al suo predecessore, che inventò i mega raduni con mega palchi e mega schermi, Benedetto XVI si rivolge a 150.000 giovani da tutto il mondo con voce sempre più fioca e li invita a difendere la vita senza se e senza ma. Soprattutto la vita nascente di un embrione e quella terminale di un anziano o di una persona in stato vegetativo.

A costo di dimenticare coloro che si trovano a sopravvivere in mezzo a queste due parentesi, lottando contro leggi ingiuste e discriminatorie. A costo di privare l'uomo e la donna del più grande dono che Dio poteva fare. Quel dono che tenta di spiegare le stragi degli innocenti e le nascite di bambini con seri problemi fisici. Il dono della libertà, libertà di pensiero e di azione. Libertà e responsabilità. Libertà di vivere e di morire in pace, lasciando a Madre Natura di fare il suo corso.

Il Papa e i giovani insieme per la Cattolicità. In una società bombardata da immagini, una manifestazione così ben organizzata cerca di rafforzare il senso di appartenenza. Con l'augurio che l'errata traduzione di un passo evangelico, "saranno un solo recinto e un solo pastore", si avveri tra non molto. Gli ottantaquattro giovani che la chiesa di Padova ha inviato si sono uniti agli altri gruppetti provenienti da migliaia di città e hanno formato la folla in festa, seduta ad ascoltare il loro pastore e maestro, il più autorevole rappresentante su questa terra dell'unico Maestro e Signore.

Avvolti da un'atmosfera magica, tra le candele accese e i canti meditativi, hanno professato un unico pensiero, un'unica fede, un unico credo. A costo di sminuire le diversità e calpestare le minoranze in nome di una globalizzazione della religione dominante. Secondo la dottrina cattolica ci sarebbero religioni di serie C, altre di serie B, e un'unica religione di serie A, senza nessun avversario e nessuna partita da giocare, da sola imperante. Come può il frutto di una determinata cultura (greca) e spiritualità (giudaica) di un particolare periodo storico, diventare il modello universale da esportare e imporre in tutto il pianeta?

Il Papa e i giovani insieme per la Verità. O meglio, per quella che secondo lui è la verità. In una società dove impera il relativismo e il nichilismo è necessario offrire certezze. Dogmi, documenti, catechismi. Ad ogni domanda esiste già una risposta. I fedeli hanno bisogno di essere guidati per mano su percorsi già tracciati, al sicuro da disorientamenti e smarrimenti. Il peggior pericolo è il dubbio. Qualcuno ripete che si dovrebbe tornare indietro di qualche decennio quando le chiese erano strapiene di spettatori e dall'altare arrivava una parola forte, incomprensibile, in una lingua sconosciuta, il latino.

Si potrebbe fare! A costo di rifiutare qualsiasi occasione di dialogo e di confronto alla pari con il diverso e i diversi. Per paura che forze nemiche possano minacciare un apparente equilibro, raggiunto con fatica. A costo di non aprire gli occhi ed ammirare le mille sfumature della realtà, accogliendo le diverse espressioni di ogni cultura e religione come tasselli di un unico puzzle. Infinito e meraviglioso.

Chi non è potuto essere presente a Sydney, avrà avuto comunque la possibilità di seguire alla televisione, sui giornali e su internet, le varie tappe dell'evento. E auspichiamo che, restando a casa, i giovani abbiano ugualmente la possibilità di riflettere e di collaborare per il rinnovamento della chiesa cattolica, e non accontentarsi di rimanere eterni adolescenti.

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