giovedì 25 settembre 2008

ATEISMO MILITANTE

Riporto da L'Unità del 23 agosto questa informazione e questa riflessione di Roberto Cornero. Una lettura amena che, anche per la sua banalità non ha nessun effetto negativo sui credenti.
 "Uscito da poche settimane, è subito entrato in classifica. Sarà merito del titolo accattivante; Il libro che la tua Chiesa non ti farebbe mai leggere, fatto sta che questo volume curato da due divulgatori americani, Tim C. Leedom e Maria Murdy (Newton Compton, pp. 590, euro 12,90),è solo I'ultima di una serie di opere volte a contestare alle radici la religione cristiana (cattolica in particolare), di cui vengono messi in luce crimini e misfatti. Pensiamo a libri come quelli di Piergiorgio Odifreddi, Perchè non possiamo essere cristiani (Longanesi) o anche a titoli tradotti dall'estero come Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa.. (Einaudi) di Christopher Hitchens, L'illusione di Dio. Le   ragioni per non credere (Mondadori) di Richard Dawkins, professore a Oxford, o il fortunato Trattato di ateologia (Fazi) di Michel Onfray.
C'e da chiedersi, preliminarmente, da dove venga questa ondata di pamphlet laicisti, dai toni duri e risentiti. La risposta è, credo, abbastanza semplice: in un momento storico in cui le religioni rialzano la testa, soprattutto nelle loro frange piu fondamentaliste, i laici si sentono in dovere di combattere tali recrudescenze di fanatismo e di intolleranza con le armi della ragione e del libero pensiero. Peccato però che i toni usati e gli argomenti proposti non sempre colgano nel segno, e anzi rischiano di produrre qualcosa di simile a ciò che si vuole contrastare, cioè una sorta di intolleranza razionalista e atetistica. In altre parole, è evidente che non si può affrontare la diiscussione dei temi religiosi, che ineriscono la fede, con gli strumenti della ragione e della logica eretti a loro volta a dogmi. Papa Giovanni Paolo II aveva intitolato una sua importante enciclica Fides et ratio per mostrare come questi due ambiti si integrino a vicenda: e questo è stato per secoli lo sforzo del cattolicesimo, da San Tommaso in poi. Anche l'attuale Pontefice, Benedetto XVI, ha piu volte insistito sulla ragionevolezza della fede, cioè sul fatto che credere non sia in contraddizione con il pensare. Però se la religione rispetta la ragione, sarebbe auspicabile che anche il pensiero razionale cogliesse l'alterità del discorrso religioso rispetto al proprio raggio d'azione.  Tuttavia, i libri di cui dicevamo sembrano riscuotere favore di pubblico proprio in virtù dei toni accesi con cui attaccano la religione. C'è, in altre parole, un interesse diffuso, che dal punto di vista editoriale si traduce in uno spazio di mercato, nei confronti di queste tematiche. Evidentemente le istanze poste dalla religione continuano a sollecitare le persone, con le grandi questioni di senso legate alIa vita, alI'esistenza, all'essere al mondo. Tuttavia c'e un ampio risentimento verso una religione, una Chiesa, un'istituzione, che molto spesso, nell'esperienza di molti, si è rivelata dura, autoritaria, incapace di comprensione e di ascolto. Ciò vale, in particolare, per la Chiesa cattolica di oggi, restia a parlare al mondo contemporaneo se non attraverso i suoi no e i suoi diktat.
Il problema, però, è che le armi di questi pamphlettisti appaiono spuntate. I veri credenti sanno che la Chiesa è semper reformanda, affinchè sappia interpretare l'autenticità del messaggio di Cristo al di là degli orpelli mondani, delle sovrastrutture di potere, delle imposizioni moralistiche. Ma un liibro come quello da cui siamo partiti non sposta di un millimetro la Chiesa e neppure la spinge a riflettere su se stessa. E', semmai, un'amena lettura da spiaggia. Non è neanche un saggio, bensi un'accozzaglia di materiali di diversa fonte e provenienza (libri, giornali, Internet...), in cui i curatori si sono divertiti a raccogliere quanto di peggio hanno trovato sull'argomento religione.
Due sembrano essere gli obiettivi principali: mostrare l'irrazionalità della fede, evidenziando contraddizioni e aporie interne al sisterna religioso; porre in cattiva luce tutta la storia della Chiesa, raccontandone abusi e storture. Manca però qualsiasi tentativo di contestualizzazione e di prospettiva storica. Insomma, per affrontare in maniera credibile una critica alIe Chiese e alIe religioni (operazione legittima e di cui anzi oggi si sentirebbe pure il bisogno), sarebbe bene mettere in campo forze intelletttuali di ben altra levatura. "
 
 

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