mercoledì 24 settembre 2008

IL RAMADAN COSTRETTO A NASCONDERSI

Il 12 settembre il professor Renzo Guolo ha pubblicato su Repubblica un articolo da cui estraggo alcuni passaggi:
"Ma esiste la libertà di culto nei comuni amministrati dalla Lega? A guardare quanto accade nel Nordest in questi giorni di Ramadan non sembrerebbe. Tale libertà pare relegata essenzialmente alla sfera privata. Almeno per i musulmani. "Preghino pure, ma a casa loro! A Treviso non si può, vadano in altri comuni, non qui!", affermano perentoriamente prirni e secondi cittadini in cravatta verde del capoluogo della Marca, divenuto città-simbolo dell'intransigenza antislarnica del Carroccio. Da tempo nelle città venete i musulmani sono impediti collettivarnente nel loro esercizio del culto, anche in locali che pure avevano acquistato o affittato. E costretti o all'umiliante pratica della "moschea itinerante", ospiti temporanei di comuni guidati dal centrosinistra, che hanno concesso loro degli spazi. 0 a pregare polemicamente all'aperto, sollevando le dure reazioni dei sindaci-sceriffi.
Dunque, nel delirio quotidiano che demolisce ogni residua sovranità, e autorità, dello Stato centrale a favore del nuovo, e invasivo, autoritarismo disciplinare locale, i sindaci leghisti decidono anche se gli appartenenti a una confessione possono o meno pregare insieme. Incidendo non solo sulla pratica religiosa ma anche sul concreto esercizio delle libertà costituzionali, sancite dagli articoli 3, 8 e 19 della Carta. Omaggio estremo al nuovo "federalismo religioso", ispirato alla nostalgia, regia e littoria, dei "culti ammessi". Un'interpretazione, quella del "tutto il potere ai sindaci" in materia di culto, sposata anche dal ministro dell'Intemo. Maroni ha adottato formalmente un basso profilo, preferendo rivendicare a sè le sole competenze in materia di ordine pubblico sulla "questione islamica".
Certo, nessuno. può obbligare un comune a adibire uno spazio a luogo di culto. Formalmente il diniego è possibile perchè la legge urbanistica consente ai comuni di individuare le zone che possono  ospitare tale luoghi. Uno strumento nato come elemento di pianificazione territoriale in una società non ancora pluralista dal punto di vista religioso, e divenuto così il grimaldello con cui si impedisce l'esercizio di una libertà costituzionale. 
La seconda confessione per numero di fedeli in Italia - un milione e trecento mila persone , numeri destinati a crescere - , senza tutele a causa della mancanza di un'intesa con lo Stato e di una legge sulla libertà religiosa, sempre più lontane in questa legislatura ostaggio del Carroccio, incontra, così, seri ostacoli all' esercizio del culto. Con una serie di conseguenze  destinate a generare tensioni."
Dunque, per i padani le regole sono chiare: questi musulmani lavorino ancora di più, preghino di meno e, soprattutto, stiano zitti e obbedienti. Il tutto in barba alla Costituzione.
 
 

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