giovedì 18 settembre 2008

INCONTRO CON CASCIOLI

Giovedì 11 settembre l'associazione culturale Liberamente ha organizzato a Biella in via Rosselli, 2 un confronto tra Luigi Cascioli e il sottoscritto sui libri La favola di Cristo e La morte di Cristo. Cristiani e cristicoli di cui è autore lo stesso Cascioli. La sala gremita da oltre 120 persone stava ad indicare l'interesse della serata in cui l'Autore dei due libri presentava, secondo la dicitura del sottotitolo, la "inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù". Mi ero accinto a leggere con impegno i due libri cercando di poter realizzare un confronto serio, pacato e documentato. L'incontro con Cascioli mi ha permesso di conoscere alcuni tratti della sua personalità e del suo metodo di lavoro. Ho così notato in lui un grande coraggio, una dedizione sincera nel suo aetismo militante, un eloquio appassionato, una non comune capacità umoristica. Insomma una persona esuberante, piena di fantasia e di creatività. Nei suoi libri ho trovato una raccolta di osservazioni critiche contro certi dogmatismi e certi devozionalismi cattolici pienamente condivisibile.
1) Venendo al contenuto dell'opera, l'Autore mi è sembrato di fervida fantasia, ma totalmente privo di qualunque minima parvenza di apparato critico. Cascioli ignora (e ne mena vanto) le lingue bibliche e non vuole sapere degli studi storici, ermeneutici, esegetici. La sua lettura di alcuni passi biblici, ignorando i contesti, è deliziosamente divertente, addirittura spassosa. Cascioli al riguardo è davvero onesto là dove scrive di sè: "Cascioli porta le sue conclusioni senza citare mai altri autori ... Ebbene, se Cascioli non ricorre ad altri autori è perchè arriva alle sue conclusioni attraverso il proprio cervello e ragionamento" (pag. 212, volume II). Così prosegue: "Se la merda puzza, io dico che puzza senza bisogno che me lo dicano gli altri". Di fatto il nostro autore crede che tutto sia evidente senza bisogno di studi e di ricerche, tranne le sue. Diciamo che questo metodo non lo conoscevo ancora. Lo trovo piuttosto ingenuo. Non ci sarà anche un minimo di presunzione?
2) E' impossibile dirvi con quali affermazioni perentorie l'Autore descrive Paolo, gli esseni, come colloca le date, come tratteggia i personaggi biblici, come interpreta i nomi, come legge i vangeli. E' un esempio di ebollizione di fantasia senza il minimo ancoraggio al dato storico, linguistico, antropologico. Le battute sostituiscono la documentazione, suscitano il sorriso, ma non trovi mai il rigore del pensiero critico, confrontato, documentato. E' bello che un laico, un perito agrario come lui si accinga a queste letture, ma evidentemente qui le regole del "gioco" sono diverse. Anch'io amo leggere di fisica nucleare, ma non ne capisco quasi nulla e certo non penso di fare un trattato sull'energia nucleare e di dettare legge agli scienziati di tutto il mondo dicendo e scrivendo testualmente che "questa è la verità". Forse Cascioli va un po' oltre, un ditino oltre le sue competenze.
3) Però ciò che forse amareggia chi ha letto questi due libri e chi lo ha sentito l'altra sera a Biella, appartiene ancora ad un'altra area: quella del rispetto delle opinioni, delle scelte altrui. Chi sono per Cascioli i cristiani che lui chiama cristicoli? Sono una massa di imbecilli, di esseri che fanno pietà, di grulli ... No, non proseguo nella numerazione degli insulti. Troverete oltre 97 passi in cui l'Autore con estrema volgarità parla dei credenti con in linguaggio dell'insulto e della volgarità. E la Bibbia? "La Bibbia non è altro che un castello di stupidaggini, di contraddizioni e di assurdità ... " (pag. 5 volume I). Simili e peggiori definizioni ne trovate a bizzeffe almeno 40 volte. Forse nessuno gli ha detto che molti studiosi considerano la Bibbia, al di là della fede o non fede, uno dei capolavori letterari dell'umanità. Il linguaggio sprezzante è l'arte che Cascioli possiede e maneggia meglio e con assoluta sicurezza tanto da far invidia alla prosopopea delle gerarchie cattoliche.
4) Credo proprio che si tratti di un libro che non può far male a nessuno. L'ateismo e la critica al cristianesimo conoscono uomini, autori e opere degnissime e per me il confronto è sempre arricchente. Ma qui siamo alla fantasia presentata come dogma, come "inconfutabile dimostrazione". Questo libro non è una buona testimonianza di ateismo. E' tempo di cambiare registro. Se vogliamo un mondo di pace, abbiamo bisogno di vivere riconciliati nel rispetto delle nostre diversità. Atei, agnostici, mussulmani, cristiani siamo tutti uomini e donne legati in una stessa impresa, siamo tutti ugualmente soggetti etici. Per la nascita di un mondo migliore c'è bisogno di tutti, proprio di tutti. E, se posso dirlo, c'è bisogno di cuori e menti aperti alla ricerca. C'è bisogno di rigore, non di livore.
5) Ma non posso concludere queste righe senza accennare alla sorpresa davvero spiacevole che ho provato alla constatazione (che ogni lettore può verificare) che Cascioli cita falsamente la Bibbia. Confrontate i passi 2 Corinzi 11,13 e Galati 1,11. E questi non sono gli unici passi manipolati o costruiti dal nostro Autore nei suoi due libri. Mentre rispetto le convinzioni di Cascioli, non posso apprezzare e condividere questi scritti che ritengo indecorosi e infondati sotto ogni aspetto. A volte è facile cadere nell'ideologia credendo di elaborare delle idee. Il signor Cascioli il 31 agosto mi inviò una e-mail simpatica e rivelatrice che cito testualmente: "Vedere un prete è come vedere un gatto nero che attraversa la strada, fa paura". Effettivamente l'ho visto un po' impaurito, a corto di argomenti, costretto a rifugiarsi nelle barzellette. E' stato un incontro per me molto sereno, vissuto con tanta simpatia verso il mio interlocutore. Mi sono divertito un mondo e spero proprio, se Cascioli scriverà un terzo volume, di poterlo reincontrare per un'altra piacevole serata in dialogo amichevole.  

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