Nella civiltà delle immagini, in cui tutto esiste perchè appare, viene alla ribalta un'inquietante invisibilità.
Nelle guerre in atto, oltre al nemico, sono invisibili anche le vittime. Non abbiamo reportage, per cui non sappiamo neppure quanti siano i morti.
Le donne non possono parlare e sono rese fisicamente invisibili. Gli uomini di quei regimi (sceicchi, terroristi, talebani) non sopportano neppure lo sguardo delle loro donne. I volti, lo sguardo, la voce delle donne sono cancellati. Prima e durante queste guerre sciagurate. Clandestine nella loro terra.
Come invisibili sono per certi aspetti i clandestini in ogni parte della terra (anche Juan, morto in una delle torri gemelle, ma non nell'elenco ufficiale dei dispersi: chi può dimostrare che lavorava là come fattorino in nero?).
Come invisibili sono i bambini violentati nelle loro case, o "comprati" in Thainlandia, o le piccole prostitute schiave, abbordate sulle strade delle nostre città. Invisibili. Resi invisibili di volta in volta dall'ideologia politico-religiosa, dall'interesse degli stati e dei padroni, dalla violenza di padri, zii, fratelli, compari, dal business internazionale del vizio, dalle guerre per la "libertà duratura".
Anche Dio è invisibile. Anche la sua invisibilità si può sfruttare cercando di tirare il suo nome nel proprio campo in un lacerante, blasfemo tiro alla fune.
Anna MAFFEI
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