venerdì 21 novembre 2008

BUONA LETTURA

CARLO MARIA MARTINI - GEORG SPORSCHILL, Conversazioni notturne a Gerusalemme, Mondadori, Milano 2008, pagg. 126, euro 17.
Il libro è un dialogo tra Martini e padre Sporschill, un gesuita che si occupa dei bambini di strada in Romania e in Moldavia e che svolge un'intensa attività pastorale con molti giovani. Martini lo incontra a Gerusalemme e nasce così questo volumetto. "Parlavamo spesso fino a tarda notte dei giovani di oggi". Di fatto "la parte più importante sono le domande dei ragazzi". (pag.3). Nulla di straordinario in queste pagine che rappresentano la confessione e la testimonianza di un vero cristiano. Martini non espone idee teologiche estremamente innovative, tanto meno avanza proposte sovversive. Da almeno 30 anni le riflessioni che si trovano in queste pagine sono un patrimonio più che acquisito nella letteratura teologica anche più moderata. Ma oggi, in questo gelo ecclesiale, invocare più coraggio, l'apertura a scelte nuove, la necessità di andare incontro al futuro con fiducia e con decisioni audaci... costituisce già un attentato all'immobilismo e alla "obbedienza". Viene fuori un ritratto onesto, autentico: "Proprio perchè sono timoroso, nel dubbio dico anche a me stesso: coraggio! Abramo era un uomo coraggioso. Quando fu chiamato da Dio, lo conosceva appena. Partì per andare lontano e lasciò la sua patria, i suoi amici e la casa dei suoi genitori. Dio lo inviò nell'incetezza e Abramo partì. Ebbe il coraggio di decidere. Così diventò la benedizione di molti. Ancor oggi la sinagoga, la chiesa e la moschea vivono della sua audacia. Abramo è il padre di tutti gli uomini che credono e hanno fiducia. Andiamo verso il futuro, la gioventù in testa, e cerchiamo nuove strade per gli uomini. Insieme ad Abramo dico ai miei amici: coraggio! E ne auguro di più a tutti noi nella Chiesa" (pag. 42). "Se nella chiesa regna troppa calma, se nella società si diffonde a macchia d'olio una sensazione di sazietà, sento la nostalgia di Gesù di lanciare sulla terra il fuoco ardente dell'entusiasmo" (pag.44). Coraggio e dialogo sono le due parole che ritornano incessantemente nei brevi capitoli del libro. Qua e là serpeggia la preoccupazione di una chiesa in cui si sospetta di chi ha un pensiero diverso: "Mi angustiano le persone che non pensano, che sono in balia degli eventi. Vorrei individui pensanti" (pag. 64). Nella chiesa "sapere ammettere i proprie errori e la limitatezza delle proprie vedute di ieri è segno di grandezza d'animo e di sicurezza", scrive rispetto all'Humanae Vitae. Dunque, il cardinale Martini ci regala una rosa di pensieri sapienziali dove, con stile dimesso, ci lascia intravvedere il bisogno urgente di "aprire le porte" e di prendere nuove decisioni. Lo raccomando vivamente ai lettori e alle lettrici del mio blog.