Quell'eterno adolescente di Benedetto
A 14 anni, in pieno subbuglio ormonale e ancora drammaticamente vergine, ho passato il mio primo Capodanno con gli amici - quasi tutti maschietti nelle mie condizioni - e abbiamo parlato ininterrottamente di sesso, dalle sei di sera fino all'alba. Poi la sorella grande di un mio compagno di classe ci ha guardati con infinita commiserazione rivelandoci una verità alla quale non avevamo fatto caso: «Certo, ragazzi, che meno se ne fa e più se ne parla, eh?».
Il silenzio imbarazzato con cui fu accolto lo statement della signorina è più o meno quello che meriterebbe quel simpatico signore che abita in piazza San Pietro e che non lascia passare giorno senza parlare di sesso. Tu gli dici: Santità, ci sono due miliardi di persone che campano con due dollari al giorno e quello risponde che i froci non vanno bene. Poi gli parli delle guerre in giro per il mondo e lui dice che i transgender non gli piacciono. Poi scoppia la recessione globale e lui lì a proibire i preservativi. Gli chiedi della globalizzazione e lui capisce fornicazione.
Insomma, un'ossessione, proprio come me a quattordici anni. Sembra che ultimamente la Chiesa Cattolica sia diventata una specie di consultorio proibizionista aperto 24 ore al giorno.
Poi si discute ancora se abolire o no il celibato per i preti. E che cacchio, se lo si abolisse magari parlerebbero anche di qualcos'altro, quei benedetti ragazzi.