Ricevo e pubblico questa limpida riflessione di Alberto Barbero ( mio amatissimo fratello!), maturata in lunghi anni di impegno ecclesiale e politico e poi come sindaco della città di Pinerolo per un decennio.
Constatando, e non da oggi, che è dificile individuare sedi di riflessione e
di confronto, senza pretese di completezza e di sistematicità voglio rendere
partecipi amici, compagni o conoscenti con cui ho condiviso e condivido
esperienze politiche, amministrative e culturali di alcuni pensieri sulla
laicità.
1. So bene che la politica è (dovrebbe essere) laica e che nella fase attuale
le forze politiche tutte, ma penso soprattutto al PD, devono (dovrebbero)
raddoppiare il loro impegno per renderla tale. Ciò non significa escludere
dall'orizzonte di vita individuale e collettivo, la spiritualità, ciò che le
fedi e le religioni predicano e rappresentano.
Per chi poi ha maturato, interpretato e conquistato il concetto e la pratica
di laicità partendo dall'esperienza di comunità cristiana e superando
integrismo, integralismo e collateralismo politico, il problema è oggi tanto
più acuto. Pare che il percorso vada a ritroso mentre la situazione esige
prosecuzione.
2. 50 anni or sono, il 25 gennaio 1959, veniva indetto il Concilio Vaticano
II. E' difficile pensare oggi alle energie ed alle speranze che quell'evento
ha suscitato ed alla logica che ha innestato. Basta leggere il primo
paragrafo della Costituzione conciliare "gaudium et spes" per renderci conto
dell'orizzonte in cui il Concilio pose la Chiesa ed i singoli credenti: "le
gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei
poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono anche le gioie e le
speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di
genuinamente umano che non trovi eco nel loo cuore".
3. La Chiesa conosce per secolare tradizione il valore dei simboli; le date
e le ricorrenze rientrano in questa categoria. Proprio per questo motivo non
si può non dare valore simbolico al fatto che la vigilia del 50°
anniversario dell'indizione del Concilio venga tolta la scomunica a chi ha
contrastato e negato (e continua a negare) il valore del Concilio. Non è il
figliol prodigo che torna a casa pentito, è il padre che dice di essersi
sbagliato nei sui confronti.
Credo non sfugga a nessuno che siamo di fronte ad un fatto che va ben al di
là della riammissione nella comunità ecclesiale di alcune migliaia di fedeli
e di 4 vescovi: è la riabilitazione di un filone di pensiero, di una pratica
liturgica e pastorale. E' una visione del mondo e della religione e non è
possibile slegare questa vicenda da tanti altri fatti che capitano nella
Chiesa.
4. In tanto uno dei vescovi riabilitati per meglio precisare il suo pensiero
nega l'esistenza dei campi di sterminio nazisti. La coincidenza del
pronunciamento con il Giorno della memoria rende tanto più macabro e triste
il tutto, ben sapendo che al negazionismo e all'antisemitismo sono legati
tutti i momenti peggiori della storia civile ed ecclesiastica ed hanno un
ben preciso ed indubbio segno politico.
5. Sul caso di Eluana Englaro e su tutte le problematiche connesse, sulla
costruzione di luoghi di culto per i musulmani, argomenti diversissimi fra
loro, ma cartina al tornasole, sentiamo e leggiamo pronunciamenti che
pongono interrogativi su laicità, pluralismo, tolleranza, integrazione e
multiculturalismo. Se penso che siamo solo all'inizio del capitolo che i
casi sopraindicati aprono e che il futuro ci porrà di fronte a ben altre
realtà, mi pare di poter dire che la riflessione a livello generale, ed in
ambito politico in particolare sia del tutto insufficiente ed inadeguata.
Una assenza di riflessione in sede laica e politica (e sarà bene sempre
ricordare che ciò non significa assenza di principi, di riferimenti etici e
di considerazione per quanto viene dalle religioni) fa correre ai politici
il rischio dell'opportunismo: interpretare la Chiesa come un potere che può
condizionare l'elettorato e quindi adattarsi ai suoi pronunciamenti per mero
interesse. Ci sono già gli atei devoti che ben interpretano questa
posizione.
L'assenza di ricerca e riflessione che si tramuta quindi in venir meno di
dialettica di dialogo non aiuta neanche la Chiesa (ma dovremmo sempre di
più pensare alle varie religioni) per superare fondamentalismi ed
integralismi.
6. Ed è possibile superarli. Penso alle conseguenze positive che si
avrebbero nella vita civile se all'interno della Chiesa trovassero udienza e
prevalessero le posizioni che recentemente ho riscontrato in scritti di
autorevoli vescovi.
Il primo. Nel momento in cui lascia la sua Diocesi, Caserta, mons. Nogaro
tra l'altro scrive: "Amos Oz riferisce un aneddoto: "Avevo dato all'amico un
appuntamento al bar. Assolsi ad un piccolo impegno d'urgenza e subito
raggiunsi l'amico. Con mia sorpresa già seduto accanto a lui un signore dal
nobile aspetto. Con qualche gesto impercettibile chiesi all'amico chi fosse.
Quegli, con fare circospetto, mi disse: mi pare tanto che sia Dio. Mi
sedetti accanto e, parlando, anch'io ebbi l'impressione che fosse Dio. Volli
allora togliermi una curiosità. Dissi: da noi qui ci sono tante religioni:
la cristiana, l'ebraica, la musulmana. Qual è quella vera? Rispose: non lo
so; io non sono religioso. Sono venuto sulla terra per amare gli uomini e
per salvarli". Invece il confronto religioso diventa facilmente violenza,
dalla lotta contro gli albigesi alle crociate."
Il secondo. Il cardinal Martini nel suo libro Conversazioni notturne a
Gerusalemme scrive: "Gli uomini si allontanano dai propri documenti di base,
dai dieci comandamenti, e si costruiscono una propria religione; questo
rischio esiste anche per noi. Non puoi rendere Dio cattolico. Dio è al di là
dei limiti e delle definizioni che noi stabiliamo".
Sono testi di alta spiritualità ma ritengo che ognuno, credente o no,
comprenda il valore civile che essi hanno e come sarebbe più facile vivere
se ci si impegnasse su queste linee.
Ci sarebbero ancora molte cose da dire. Concludo sottolinerando ancora che
gli appunti sopra riportati avrebbero bisogno di ulteriori approfondimenti.
Cordiali saluti, Alberto Barbero
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