mercoledì 28 gennaio 2009

REQUIEM PER IL CONCILIO?

Nelle cronache e nelle riflessioni di questi giorni leggo grandi e ripetute dichiarazioni su "il concilio cancellato" o su "la restaurazione in atto nella chiesa cattolica". Trovo tutto così scontato… ma, cari signori, ve ne accorgete adesso?

Ora il Concilio Vaticano II è un cadavere in decomposizione, roba da museo. Nel 1975 scrissi un piccolo saggio intitolato "Al capezzale del Concilio" e nel 1978 ne firmai un altro intitolato "Il funerale del Concilio". Mi fa un po' di tenerezza l'ingenuità di chi continua a misurarsi con un cadavere e mi suscita, invece, una certa composta indignazione il fatto che, dopo ogni mossa reazionaria, le gerarchie citino un versetto del Concilio, come si serve un dolcetto alla fine di un pasto indigesto.

Occorre uscire da questa ingenuità. Chi come me ha vissuto intensamente il Concilio, non lo ha mai mitizzato, né si è illuso che esso potesse, nelle sue parti più promettenti, trovare accoglienza vasta nel corpo ecclesiale. Io ho sempre pensato che esso, con le sue ombre e le sue luci, fosse un punto di partenza per riscoprire più radicalmente la nostra vocazione cristiana nel mondo. Il centro per me non è mai stato il Concilio, ma il Vangelo di Gesù di Nazareth.

Non siamo cristiani per difendere un Concilio morto e sepolto, ma per andare oltre, avendo il cuore e gli occhi al mondo così diverso in cui viviamo oggi e al messaggio del Vangelo, una roccia su cui costruire.

Stupirci delle posizioni della gerarchia? Essa è un gambero e guida la marcia all'indietro. E il papa? Mi sembra che abbia scontatamente ragione il teologo Kung: "Il Pontefice vive nel suo mondo, si è allontanato dagli uomini, e oltre a grandi processioni e pompose cerimonie, non vede più i problemi dei fedeli. Benedetto non vede che sta alienando se stesso dalla gran parte della Chiesa cattolica e della cristianità. Non vede il mondo reale, vede solo il mondo vaticano".

Ma lasciamolo dire, fare… Ratzinger è un uomo certamente in buona fede. Però la chiesa è un'altra cosa, è oltre. Io da decenni mi considero "senza papa" e non mi sento orfano. È il papato in sé che è un ente inutile, anzi dannoso. Una istituzione che non trova nessun fondamento nelle Scritture. Un giorno avremo "il ministero di Pietro": questo sì.

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