"Il dogma cristologico è circondato da un particolare timore reverenziale da parte dei teologi. Non c'è settore dogmatico della fede cristiana che non sia stato revisionato e riconsiderato da diverse angolature; invece, per quanto riguarda il dogma cristologico, la fecondità teologica è chiaramente repressa. Ciò non significa che nel corso degli ultimi due secoli tale settore non sia stato affrontato dall'esegesi scientifica degli studiosi. Intendiamo dire che si sempre mantenuto e si mantiene nella chiesa lontano dal grande pubblico, poichè c'è sempre un abisso tra ciò che gli esperti maneggiano nelle loro ricerche e ciò che i predicatori e i catechisti insegnano nelle loro comunità". (Josè Maria Vigil, in Teologia del pluralismo religioso, Borla, pag. 203).
Qui, il nostro Autore lo ribadisce più volte, è il nodo teologico essenziale. Non è come parlare di mafia, di droga, di razzismo: tutti terreni sui quali il magistero tollera ampiamente il dissenso. Sul terreno dogmatico, sull'esegesi biblica...scatta la repressione.
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