venerdì 9 gennaio 2009

PRETI OMOSESSUALI, CADA IL TABU'

"SMETTERE di considerare l'omosessualità come una malattia. Lo scrive su "Avvenire" lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli, invitando i lettori cattolici a fare i conti con l'evoluzione culturale e scientifica e a capire che l'omosessualità non risponde più a vecchi stereotipi. Ma Andreoli va anche più in là. Pur sottolineando di non entrare minimamente nella questione del diritto della Chiesa di selezionare il clero secondo propri criteri, lo psichiatra mette nero su bianco: «Questo lascia aperta la questione sui perchè debbano essere per forza oggi escluse dalla vita sacerdotale le persone di orientamento omosessuale»."
Il fatto che Avvenire abbia ospitato questo scritto va segnalato come una ottima scelta, un gesto di coraggio che va riconosciuto. Va da sè che non possiamo dimenticare che nella chiesa cattolica romana è purtroppo il magistero che decide il lecito e l'illecito, ma aprire lo spazio del dibattito è sempre una impresa lodevolissima. L'articolo di Marco Politi, comparso su Repubblica di giovedì 8 gennaio, mette già in luce le prime voci di un dibattito che si presenterà certamente caldo. Ma questo ci vuole: dibattito. Gli omosessuali sanno di avere dalla loro parte le ragioni della scienza.
 
 

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