venerdì 6 febbraio 2009

ARMI, LA DROGA PEGGIORE

Da Adista del 31 gennaio riporto questa riflessione di Angelo Bertani.

Bisogna imparare a resistere senza aver bisogno delle armi, ma affidandosi all'intelligenza, alle idee, alla capacità di esempio e di creatività morale. Ovunque: nelle case, nella vita sociale, nei rapporti internazionali. In Italia ci sono dieci milioni di armi "legali", quattro milioni di famiglie hanno un'arma. Basta leggere i giornali per capire come e quando vengono usate. E poi ci sono le armi della delinquenza. La "legittima difesa" è poco più (o meno) di una illusione, talvolta luciferina. Non parliamo delle armi negli Stati Uniti e tanto più nei Paesi dove c'è una guerra civile, latente o dichiarata. E non parliamo dei teatri delle guerre, magari chiamate missioni di pace…

Resistere al barbaro mito della necessità o della utilità delle armi, con le loro spese pazzesche e l'oscena idolatria che comportano: ecco un bel programma da proporre ai giovani, da trasformare in cultura minuta, mentalità diffusa. Spesso si tratta solo di farlo emergere con pazienza: meno armi ci saranno in giro (nelle case, per le strade e nelle caserme) meglio sarà per tutti, soprattutto perché ciò contribuirà anche al disrmao dei cuori e ad una maggior giustizia e serenità sociale.