Il teologo spagnolo Antonio Pagola ha svolto una relazione al congresso teologico di Granada da cui traggo queste riflessioni comparse su ADISTA del 7/2/09.
Per Gesù, Dio non è una teoria, ma un'esperienza. Egli non propone mai una dottrina su Dio. Non spiega mai la sua idea di Dio. Per Gesù, Dio è una presenza vicina e amichevole che trasforma tutto il suo essere e grazie a cui egli vive cercando una vita più degna, amabile e felice per tutti, cominciando dagli ultimi. Gesù non pretende in nessun momento di sostituire la dottrina tradizionale di Dio con un'altra nuova. Il suo Dio è il Dio di Israele. (...)
La differenza consiste nel fatto che i dirigenti religiosi del popolo associano Dio al loro sistema religioso e non tanto alla vita e alla felicità della gente. La cosa più importante per loro è rendere gloria a Dio osservando la legge, rispettando il sabato e assicurando il culto del tempio. Gesù, al contrario, associa Dio alla vita: la cosa più importante per lui è che i figli e figlie di Dio godano di una vita degna e giusta. Questa è la novità. Gesù coinvolge Dio non nella religione, ma nella vita. (...)
Luca coglie molto bene la spiritualità di Gesù quando lo presenta mentre, nella sinagoga di Nazareth, applica a se stesso queste parole del profeta Isaia: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore" (Lc 4,16-22). Lo Spirito di Dio spinge Gesù a introdurre nel mondo la "Buona Novella" per i poveri, la "liberazione" per i prigionieri, la "luce" per i ciechi, la "libertà" per gli oppressi, la "grazia" per quanti vivono in disgrazia. La scena è probabilmente opera di Luca, ma coglie molto bene lo Spirito che anima Gesù. La spiritualità cristiana spinge prima di tutto a promuovere una vita più libera, sana, felice. E' quello che Dio, gradisce di più.
Per questo, il centro della spiritualità di Gesù non è propriamente Dio, ma il "regno di Dio". Gesù non separa mai Dio dal suo regno. Non può pensare a Dio senza pensare al suo progetto di trasformare il mondo. Non invita la gente a cercare semplicemente Dio, ma a "cercare il regno di Dio e la sua giustizia". Non chiama a un mero "convertirsi" a Dio, ma chiede a tutti di "entrare" nel regno di Dio. (...)