mercoledì 8 aprile 2009

ANCORA E SEMPRE RISURREZIONE

LITURGIA PASQUALE COMUNITARIA
P. Cari fratelli e care sorelle, la risurrezione non finisce mai. Da quel primo "giorno" della creazione, quando lo "spirito di Dio" soffiava come impetuoso vento di vita, la risurrezione è all'opera. Dio continua a chiamarci, a risvegliarci, a sollecitarci perchè assecondiamo la sua Opera e diventiamo operai di risurrezione.
G. Canto
T. Eccoci, o Dio, a celebrare la risurrezione che Tu hai operato nella vita di Gesù. La sua morte non è sfociata nel nulla, ma è stata da Te cambiata in vita. Aiutaci a vivere i nostri giorni quotidiani come figli e figlie della resurrezione. La resurrezione alla quale ci inviti si chiama giustizia, speranza, solidarietà, lotta al nostro egoismo e all'indifferenza.
P. Leggo ora una preghiera di Francesca Ena, una sorella della comunità cristiana di base di Olbia:
Signore,
sulla battigia del mio cuore e della mia mente
ho costruito torri...
Torri di sabbia fragile,
torri di legno intarsiato,
torri di pietra dura come diamante.
Sulla battigia muovo passi incerti e aspetto,
aspetto che il Tuo vento,
dolce come brezza,
sconvolgente come uragano,
abbatta su di esse l'oceano del Tuo amore.
Ti ringrazio, Signore,
per questo cammino,
per questa attesa mai vana.
G. Canto
G. Ascoltiamo ora la lettura del vangelo di Marco 16, 1-8 e Geremia 29, 4-11.
P. Predicazione e liberi interventi.
G. Canto
T. Aiutaci, o Dio, a muovere i nostri piedi sui tanti sentieri piccoli e quotidiani in cui costruiamo come fratelli e sorelle i mattoni di un mondo più giusto.
1. Abbiamo bisogno del Tuo fuoco, o Dio, perchè la fiamma non si spenga in noi.
2. Abbiamo bisogno del Tuo fuoco, perchè nel mondo divampi l'incendio dell'amore. Possano tutte le religioni del mondo e tutte le diverse chiese cristiane mettersi al servizio del Tuo regno.
1. Aiutaci, o Dio, a deporre i tiranni dai troni e a sollevare quelli che sono nella miseria.
2. Rendici attivi e solidali verso coloro che si trovano senza casa, lavoro, futuro.
G. Eccoci, o Dio, alla mensa voluta da Gesù. Eccoci a spartire il pane che è Tuo dono. Siamo qui per ricordare Gesù e la sua vita, per rimetterci ogni giorno sulla sua strada.
T. Gesù era a tavola con i dodici in quella notte piena di congiura. Ormai era chiaro: bisognava pagare con la vita le cose fatte, dette e insegnate. Il cuore di Gesù faceva i conti con la paura, ma Gesù concentrò il suo amore e le sue forze, e volgendosi ai discepoli e alle discepole, dopo aver lodato il nome santo di Dio, diede a ciascuno e ciascuna di loro un pezzo di pane, e disse: "Prendete e mangiate. Questo pane spezzato è il segno della mia vita. Quando farete questo, lo farete per ricordarvi di me, di ciò che ho fatto e detto". Poi prese la coppa del vino, ne porse da bere a tutti e tutte, dicendo: "Questo calice è il segno che Dio fa sempre nuova la Sua alleanza con l'umanità. Non dimenticate che a me la fedeltà è costata fino al sangue".
T. Tu conosci, o Dio, le forze della morte che generano guerre, stragi, stupri, violenze. Ma Tu conosci anche le violenze subdole, le chiusure più nascoste dei nostri cuori.
1. Abbiamo bisogno del Tuo vento impetuoso per rompere i nostri egoismi perbenistici.
2. Abbiamo bisogno del Tuo vento caldo che entri nelle nostre zone più glaciali.
T. Abbiamo bisogno del Tuo soffio leggero per rimettere vita nelle relazioni poco fiduciose.
P. Possa la nostra vita valorizzare ogni donna e ogni uomo che incontriamo nel viaggio dei nostri brevi giorni accogliendo le differenze come un dono. E ora, prima di mangiare il pane della mensa eucaristica, preghiamo con il Padre Nostro.
P. Breve preghiera di comunione:
Ci doni, o Dio, questo pane che mangiamo nella memoria impegnativa e lieta di Gesù. Possa lentamente questo mondo diventare sempre più simile ad una casa che accoglie, ad una mensa che non esclude nessuno/a.
Comunione.
G. Canto
G. Diamo spazio alle preghiere spontanee.
P. La benedizione finale di oggi ha due scansioni, una lettura sapienziale e alcuni versetti biblici. Tutto questo suoni per noi come un pressante invito a non "soffocare", a non "spegnere" la risurrezione.
L. Siamo tutti aquile. E' un racconto del teologo Leonardo Boff.
Una volta, un contadino catturò un aquilotto. Lo allevò in casa insieme alle galline. L' aquilotto in apparenza si comportava come una gallina. Un giorno il contadino ricevette la visita di un naturalista che conosceva le abitudini delle aquile e disse: "Questa non è una gallina, è un' aquila. L' aquila non razzola a terra come le galline, ma è destinata a volare in alto e a vivere sulle montagne".Il contadino rispose: "Ma è diventata una gallina, non vola più". Gli disse il naturalista: "Ora non vola, ma nel petto e negli occhi ha la direzione del sole ed il richiamo delle vette. Essa volerà". Una mattina i due andarono prestissimo in cima alla montagna. Stava sorgendo il sole. Il naturalista tenne ferma I' aquila, con gli occhi rivolti verso il sole e poi la lanciò in alto. E nell' aquila allevata come una gallina si risvegliò la natura di aquila. E spiccò il volo. AlI'inizio incerta, zigzagando, poi più sicura, sempre più in alto, fino a scomparire nell'infinito del cielo mattutino.
Fratelli e sorelle di sogni e di speranze, dentro ciascuno di noi vive un' aquila. La nostra cultura e i sistemi di addomesticamento ci hanno trasformati in galline che razzolano nella terra. Ma noi siamo chiamati verso I' alto, verso I'infinito. Liberiamo I' aquila nascosta in noi. Non permettiamo che ci condannino alla mediocrità. Spicchiamo il volo della Iiberazione. E trasciniamo con noi gli altri, perchè dentro ognuno di noi si nasconde un' aquila. Siamo tutti aquile.
P. "Sarà infuso in noi uno spirito dall'alto; allora il deserto diventerà un giardino...Nel giardino prendera dimora il diritto e la giustizia regnerà in esso. Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza" (Isaia 32, 15-17).