giovedì 30 aprile 2009

NOZZE GAY: LA VOLTA DEI GIUDICI

Con un'ordinanza storica il Tribunale di Venezia chiama in causa la Consulta. In nome della dignità e dei "diritti inviolabili dell'uomo" la Corte costituzionale si pronuncerà sulla richiesta di nozze da parte di una coppia di gay veneziani respinta dal Comune con il rifiuto delle pubblicazioni. In America hanno iniziato così, conferma Davina Kotulski di "Marriage equality" che ha lottato perché in California i matrimoni gay ottenessero il semaforo verde. I precedenti: numerose coppie omosessuali hanno chiesto le pubblicazioni. Il rifiuto scritto è stato impugnato con ricorso al Tribunale. I primi giudici a dire: «no, deve pronunciarsi la Corte costituzionale» sono stati i veneziani. Soddisfatto Francesco Bilotta della Rete di avvocati Lenford che ha scritto l'ottimo ricorso. Interessantissime le motivazioni del testo del tribunale della Laguna. «Non si può ignorare il rapido trasformarsi della società e dei costumi avvenuto negli ultimi decenni nel corso dei quali si è assistito al superamento del monopolio detenuto dal modello di famiglia normale tradizionale».

I giudici interpretano con largo respiro la dicitura di famiglia come "società naturale" fondata sul matrimonio, sottolineando che serve a preservare gli affetti dall'intervento dello Stato e a non imporre con chi ci si deve sposare : «La libertà di sposarsi e di scegliere il coniuge riguarda la sfera dell'autonomia e della individualità sulla quale lo Stato non può interferire» Insomma, se ti dico di che sesso deve essere la persona con cui ti sposi ledo la tua libertà. Un provvedimento atteso che segna un importante precedente. Anche il Comune, che ha rifiutato le pubblicazioni, ne recepisce la portata. Il capo di gabinetto, Maurizio Calligaro, sulla Nuova Venezia guarda al giorno in cui «questa anomalia italiana» sarà superata, permettendo agli uffici di stato civile di celebrare anche tali unioni. (da L'Unità del 27 aprile)