martedì 26 maggio 2009

ALCUNI PENSIERI PER LA SETTIMANA

Luca  17,  11-19

Nel recarsi a Gerusalemme, Gesù passava sui confini della Samaria e della Galilea. Come entrava in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali si fermarono lontano da lui , e alzarono la voce, dicendo: “Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!” . Vedutili, egli disse loro: “ Andate a mostrarvi ai sacerdoti”.

E, mentre andavano , furono purificati. Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce; e si gettò ai piedi di Gesù con la  faccia a terra, ringraziandolo; ed era un samaritano. Gesù ripondendo, disse: “ I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato nessuno che sia tornato per dar gloria a Dio tranne questo straniero?” E gli disse: “ Alzati e va; la tua fede ti ha salvato”.

 

Questo brano mi ha  stimolato una breve riflessione.

Due sono i particolari che più mi hanno colpita: primo il fatto che un solo lebbroso guarito  torni indietro.

Secondo il fatto che il Vangelo, sottolinea che si tratta di un samaritano, di uno straniero.

C’è un modo di tornare sui propri passi che non è nostalgia, o inversione di marcia o, arresto del cammino. Questo lebbroso torna indietro, perché si ricorda della condizione in cui era, sa misurare quanto è cambiato in lui, e sa riconoscere quanto sia diversa-distante la sua condizione attuale da quella del lebbroso quale egli era.

Torna indietro per ringraziare  Dio che, attraverso Gesù, ha cambiato la sua vita.  

Anch’io spesso torno mentalmente indietro e penso con gratitudine a Dio, alle circostanze, alle persone, alle relazioni, agli incontri che mi hanno permesso e aiutato a cambiare qualcosa di me, ad accettarmi, a rendere più “sana e felice “ la mia vita.  Mi piace mantenere nel cuore ed esprimere nelle relazioni questa gratitudine. Questo tornare indietro, mi permette di guardare avanti, di sperare che nel cammino della vita e della fede avrò altre opportunità di “guarire” i miei mali e rendere più feconda la vita.

 

Gli altri lebbrosi possono essere il simbolo dei momenti n cui anche noi facciamo fatica a riconoscere ciò che ci succede, ne siamo  a volte spaventati.

Possiamo passare sopra tante cose, anche belle e significative senza conservarne traccia nel cuore, senza approfondirne la portata.

Possiamo anche vivere delle “autentiche fortune”e, fare come i nove lebbrosi non esserne consapevoli.

Ancora un pensiero:

Nel brano per ben due volte l’evangelista sottolinea che “il guarito” è un samaritano (v.16)  è uno straniero(v.18).

Oggi mentre viviamo dei momenti drammatici per gli stranieri, i poveri, i marginali questa sottolineatura mi sembra significativa.

Gesù,non solo riconosce il comportamento di quest’uomo, ma né tesse l’elogio.

Oggi la difesa dello straniero e dell’immigrato passa anche attraverso la capacità di vedere quali risorse di cultura, di umanità, di operosità gli stranieri e le straniere portano a noi. L’immagine che certa politica e certa cultura hanno costruito  dello straniero e della straniera ci impediscono di guardarli con occhi di simpatia e di solidarietà.

Gesù parte dal positivo. Raccogliamo oggi questo messaggio: mettere più attenzione e solidarietà verso gli stranieri e lottare per i loro diritti finche capiremo che la terra  e di tutti e tutte e noi siamo ospiti e pellegrini e essa è un bene comune.

                                                                  Fiorentina Charrier