martedì 22 settembre 2009

LA LETTERA DA HELSINKI : ho cancellato i riferimenti personali

Caro Don Franco Barbero,
le scrivo in un'ora un poco ingrata, sperando che possa leggere l'e-mail stamattina. Per qualche attimo mi sono trattenuta, pensando a come dare un piccolo incipit all'e-mail, poi mi sono resa conto che il termine "Caro" non ha qui una valenza formale, ma una vera e propria valenza d'affetto per la sua persona. Mi chiamo ..........., il nome come è facile immaginare non è italiano: sono nata ad Helsinki in Finlandia nel '88 e, a pochi anni di età, sono venuta in Italia con i miei genitori; è divertente che adesso, a ventuno anni, io mi ritrovi nuovamente in Finlandia, a....., convivendo con la mia fidanzata, italiana, che è venuta quassù con me. Sebbene qui in Finlandia la situazione sia decisamente più rosea per quanto riguarda l'accettazione sociale e legale delle coppie omosessuali (diritto all'eredità, reversibilità della pensione e via dicendo) io, che ho vissuto a lungo in Italia e Silvia (la mia fidanzata) che è originaria della bella Gevova, non possiamo fare a meno di tenere la nostra attenzione vicina agli avvenimenti in Italia, avvenimenti che, per la maggior parte delle volte, ci turbano un poco, pur essendo noi pacificate nella distanza dagli eventi.
Tento di dare un senso un poco più mirato a questa e-mail, non riuscendoci. Mi faceva solamente piacere scrivere ad una persona che, da letture, video ed interviste, so essere magnifica: per la sua gentilezza, per la sua tolleranza, per il suo coraggio nel dire quello che molti non hanno il coraggio di dire. Io non sono di fede cristiana, da parecchi anni ormai mi sento serena seguendo la filosofia del Buddhismo Zen; trovo bellissimi tuttavia gli ideali, i pensieri e le storie che hanno animato la fede cristiana. La religione è stata poi snaturata dai propri principi di tolleranza, apertura al debole ed al povero (talune persone definirono persino Cristo come "il primo socialista"), divenendo quasi più simile ad uno strumento che non ad un legante fra le genti che la seguono. Il fatto che persone diverse con storie diverse e percorsi spirituali diversi alle spalle possano incontrarsi e dialogare pacificamente senza che le differenze possano in alcun modo risultare nocive alla serenità è un fatto splendido, possibile all'uomo, come esempi del passato hanno mostrato, ma che, per un motivo che poco comprendo, al mondo d'oggi sembra cominciare a scemare. La mia filosofia, come anche la fede che anima lei e tante altre persone ammirevoli, mi spinge però a sperare che nel mondo ci sia sempre una scintilla di unione e tolleranza che possa soverchiare facilmente il mare dell'ipocrisia e della malevolenza: una sola piccola candela può disfare molta ombra.
Testimonio come ragazza omosessuale che ha trovato la serenità nell'amore sebbene, mi duole dirlo, sia riuscito a farlo solamente fuori dall'Italia e distante da una madre che non voleva accettarlo. A lei va il mio più sincero ed affettuoso saluto, nella speranza che la sua splendida opera possa continuare a fare del bene, in contrasto con l'intolleranza e l'ostilità. La ringrazio solo per l'attenzione dedicata alla lettura dell'e-mail.
Con grande affetto le ho scritto,
L.



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