giovedì 24 settembre 2009

PIENA SOLIDARIETA' AL CARISSIMO DON GIORGIO DE CAPITANI

Monte: minacciato di morte Don Giorgio
sarà sorvegliato da Carabinieri e Polizia.
Si attendono provvedimenti del Questore
                                                                Don Giorgio De Capitani

L'ultima minaccia, quella forse più violenta, l'ha rappresentata un giovane vestito di scuro che ieri si è fermato davanti alla canonica di Monte di Rovagnate. Alla vista di Don Giorgio De Capitani l'uomo ha alzato la camicia nera mostrando il tatuaggio dei para della Folgore profferendo pesanti minacce all'indirizzo dell'anziano sacerdote. Quando questi ha tentato una sia pur flebile replica l'uomo ha fatto per avvicinarsi. Fortunatamente alcuni operai del comune stavano lavorando nei pressi della chiesa e, intuita la situazione di gravissimo pericolo che stava correndo il prete di Monte si sono interposti fra lui e l'uomo vestito di scuro. Quest'ultimo a quel punto ha deciso di arretrare e pur continuando a urlare minacce è ritornato sulla propria auto e se n'è andato. Don Giorgio è rimasto comprensibilmente sotto shock. Da giorni è fatto oggetto di continue minacce di morte, il telefono squilla in piena notte con insulti irripetibili e minacce sanguinose. La situazione è diventata insostenibile. Domenica una donna l'ha accusato durante la messa, e anche in questo caso, come in quello più noto del dottor Zangrillo, non si trattava di una parrocchiana, ma di una persona venuta da fuori. Una provocazione vera e propria, un clima da anni di piombo o da ventennio fascista innescato, forse, ma certo senza volontà, dall'azione del medico personale di Berlusconi che qualche settimana fa ha accusato don Giorgio di fare terrorismo, inscenando una piccola gazzarra con la plateale rinuncia a prendere l'ostia consacrata dalle mani del sacerdote di Monte. Sempre domenica tre individui vestiti di nero con occhiali scuri sono stati visti aggirarsi attorno alla chiesa. Fortunatamente don Giorgio era in compagnia di molti parrocchiani che solitamente si intrattengono con lui fino all'ora di pranzo. Dal giorno dell'arrivo del dottor Zangrillo a Monte il sacerdote è diventato un "personaggio" nazionale tanto che Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, diretto da Vittorio Feltri gli ha dedicato una pagina grondante accuse terribili, ben più vibrate di quelle, senz'altro "forti" che il prete lancia dal suo piccolissimo blog personale. A far incendiare ancor più i rapporti tra una certa destra e il prete è stato l'articolo pubblicato sul blog in occasione dei sei militari morti a Kabul, che don Giorgio ha definito mercenari. Da quel giorno il prete è sotto un'aggressione continua, nonostante la forte solidarietà dei parrocchiani. Siamo ormai arrivati al punto che si rende necessaria una scorta. La libera espressione del pensiero, nell'epoca del Popolo della Libertà è talmente compromessa da richiedere protezione per chi grida controcorrente. Questa mattina ci sono stati diversi incontri tra il sacerdote, il Sindaco di Rovagnate e il comandante della stazione carabinieri di Brivio. Sentito anche il comandante provinciale dell'Arma si è deciso per la necessità di informare il Prefetto sui rischi concreti che sta correndo don Giorgio De Capitani. Il Prefetto Nicola Prete ha poi preso contatti con il questore Giuseppe Racca e, assieme, i vertici della sicurezza stanno predisponendo un programma di sorveglianza discreta del sacerdote. Una scorta, insomma.