sabato 31 ottobre 2009

UNA TESTIMONIANZA INTERESSANTE

caro don franco.
la informo del mio sito/blog :


graditissimi interventi e divulgazione
a presto

cordialtà

segue qualche cenno su me e i contenuti del sito

Sono nato vicino a Milano alla fine di gennaio del 1957. Da ragazzo pensavo:

Chissà perché quasi tutti gli altri sembrano sereni d'esistere per il semplice fatto che ci sono. Mentre le galassie si espandono "Sta vincendo l'Inter?" "Due a zero fuori casa" e sono felici. Una partita a briscola, le ultime notizie del telegiornale e se ne fottono che dobbiamo morire ed io lì in un angolo che non li capisco

e per cercare risposta a vent'anni un peccato di gioventù: sono entrato nei  Memores Domini, il gruppo monastico di Comunione e Liberazione.

Quando me ne sono andato, per lenire lo sconcerto di non aver più nessun creatore, ho frequentato filosofie orientali.

Da grande volevo fare l'erborista. Lo faccio da più di trent'anni nella zona dei trulli in Puglia. Ex monaco ed ex marito continuo a seguire il filo rosso del Destino, faccio l'erborista, ho una compagna e due figli. Scrivo, mi occupo di cinema e faccio teatro. La mia posizione politica è espressa dai versetti del profeta Amos che 700 anni A.C. fotografava con assoluta precisione l'attuale classe dirigente italiana: 

Essi su letti d'avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell'arpa,
si pareggiano a David negli strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l'orgia dei buontemponi.

Spero con tutta l'anima che la profezia si avveri.

In "memorie di un ex monaco" racconto una micro storia personale, sullo sfondo si scorge il contesto sociale milanese degli anni '70 di cui voglio fare cenno per spiegare come funzionavano le cose e il mio rapporto personale con Don Giussani. Il materialismo ateo, così si chiamava tutto quello che non riconosceva cristo e la sua chiesa come centro della storia, era piuttosto dilagante a tutti i livelli. Ripensandoci oggi all'interno di questa galassia eterogenea era presente, insieme ad una minoranza ideologicamente miope e violenta, un umanesimo onesto e profondo. Don Giussani non la vedeva così e col suo temperamento focoso  ha fatto fronte all'emergenza drasticamente. La casa brucia, diceva, anzi urlava. E se la casa bruciava mica si poteva andare per il sottile, mica si poteva dialogare con i presunti piromani, mica si potevano aspettare le indicazioni di un magistero ecclesiale dormiente e tiepido. Urgeva che l'avvenimento chiesa potesse sopravvivere fuori dalle sagrestie, che non fosse relegato a dimensione intimistica ma presente e protagonista assoluto nella storia e nella società a qualsiasi costo, anche quello di utilizzare il bisogno di senso esistenziale di ragazzi sensibili per farli diventare, a fin di bene, militanti obbedienti per la nobil causa. Dinamica accaduta, con le debite proporzioni, anche nella sinistra estrema con conseguenze nefaste. Don Giussani, con la bontà nel cuore, ha fatto questo. Occorreva agire con urgenza. Non si poteva star lì a perdere tempo nel rispettare la sensibilità del singolo che entrava nel movimento, nell'accoglierlo così come era, con la sua personalità e espressioni. Serviva manovalanza attiva per spegnere l'incendio, così siccome il fine giustificava i mezzi questi ragazzi sono stati programmati all'obbedienza militante me compreso. Io mi ero innamorato di Don Giussani, come si innamorano gli adolescenti sani ad una proposta forte e totalizzante. Ancora oggi se leggo alcuni suoi interventi li avverto condivisibili e coinvolgenti. Ma proprio obbedendo a quelle parole affascinanti mi sono ritrovato nel supplizio dell'obbedienza. Cercavo un senso esistenziale e mi sono ritrovato a distribuire volantini contro il divorzio, ad obbedire a persone che mai avrei frequentato, a dare tutto me stesso per appoggiare la campagna elettorale di tizio e caio che nulla centravano con il significato dell'essere, con lo svelarsi del sacro, con i motivi di fondo per cui avevo abbracciato una dedizione totale a dio. Una teoria ineccepibile e affascinante che poi mi conduceva nel quotidiano in un labirinto  per me disumano e Don Giussani ne è stato responsabile.

il testo del memoriale lo si può leggere nel mio sito:   www.brunovergani.it

"memorie di un ex monaco" (testo completo)