martedì 3 novembre 2009

UNA LETTERA DI DISSENSO

 
Caro Don Barbero,
 
non è la prima volta che mi trovo a scriverLe una missiva informatica, ma è passato abbastanza tempo perchè Lei abbia tutto il diritto di non ricordarsene. Mi rammarico solo che il messaggio dovrà essere piuttosto simile dato che, pur evolutisi i segni dei tempi, l'animo umano permane identico, obbediente al suo principio d'inerzia. L'ultima volta che Le ho scritto, per capirci, Eluana Englaro non era ancora stata assassinata; per esser più precisi, di lei nessun mezzo di comunicazione conosceva il nome, ancor gelosamente custodito e sacralmente pronunciato, forse sottovoce, dalle labbra di alcune suorine ammantate di santità e da quelle di un padre circondato da sicari mefistofelici. Sono passati mesi, ormai quasi un anno, eppure la memoria del sacrificio molochico alla Costituzione-idolo non si può lavare via dalla cittadinanza italiana, è indelebile perchè intrisa di sangue, Lady MacBeth lo insegna. Ovviamente non è accaduto solo questo, nel frattempo: Obama neopresidente s'è avviato (com'era prevedibile) alla liberalizzazione biotecnologica, la nuova inquisizione omosessualista ha esteso sempre più i suoi tentacoli nella già fragile anima dell'ONU e adegua la cultura e il linguaggio (e di conseguenza l'educazione) al dogma del gender-bender....per contro, il dono di Dio che corrisponde al nome di Benedetto XVI ha pubblicato due encicliche in cui prima riporta la Speranza al fondamento teologale che coarta la deriva nichilista e poi ricorda al mondo che l'unico unguento efficace per le ferite sociali ed economiche è una Carità non più alienata da quella Verità che unica la certifica, non la fa apparire assurda, e soprattutto non la lascia asservirsi alle ideologie mondane.
Io non so se Lei ha letto la magnifica "Caritas in Veritate", ma se anche l'avesse fatto questa lettura di certo non traspare dal suo manifesto quotidiano che, come mi rammarico di notare, snocciola il suo sempre uguale, polveroso, senescente magistero tutto politico e spirituale solo a piccoli ma nauseabondi tratti. Ciò che mi rasserena è che Lei non è più pietra di scandalo della Chiesa (semmai ora è falso profeta nel mondo, ma a chi importa?), ciò che mi angoscia è la domanda di quanti altri corvi tonacati della sua cerchia -e io sono certo che lei li conosce tutti, asinus asinum fricat- permangono nelle file cattoliche a corrodere dall'interno la fede di poveri indifesi e di conseguenza la loro carità communitaria. E' forse Vito Mancuso il suo profeta e quello dei suoi? Se così fosse potrei dormire tranquillo, e in effetti dormirò tranquillo, se è vero che alla luce dei fatti -parafrasando un recentissimo adagio- voi settari dell'Antichiesa siete più ortodossi che intelligenti...
 
Paolo