Roma, quella vaticana, continua la stessa pratica, prosegue nella sua cecità.
Un motivo, anzi uno dei più evidenti, è ben noto: nei sacri palazzi si amano molto gli spiriti servili, quelli che scrivono senza firmarsi, quelli pronti all'inchino: soprattutto quelli mediocri e pronti all'obbedienza. Detto in parole semplici: il vaticano ha paura delle persone intelligenti e libere. Anche per questo motivo, esiste una chiesa che non pensa ad alta voce.
Ma la paura gioca davvero brutti scherzi.
Voglio narrare un fatto personale che fa pensare.
Da almeno 2 anni, puntualmente, ogni volta che scrivo qualche riga attinente le cristologie, ricevo una mail di tono e di spessore diverso, da una persona mediamente interessata all'argomento e dotata di una certa informazione teologica. Penso che si tratti di un'ottima persona che non ha però imparato il coraggio del parlarsi a viso aperto. Non ho mai potuto sapere il suo vero nome e indirizzo e professione. Si firma Gino: gamala82@libero.it.
Questo signore, evidentemente, sa che anche solo corrispondere con me per lui potrebbe rappresentare un rischio per la sua posizione o carriera nella chiesa. Notate: non si tratta di questioni intime personali in cui l'anonimato può avere un senso, ma di questioni che dovrebbero potersi dibattere in pubblico.
Questo è il clima che spegne il coraggio e abitua le persone al nascondimento, a non assumersi la responsabilità e le conseguenze delle proprie idee e ricerche. La chiesa dei mille "Gino" non sa che solo uscendo allo scoperto ci si riconosce come fratelli e sorelle che si scambiano i doni di Dio.
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