L'affermazione del cavaliere espressa a Tel Aviv dove ha identificata come "giusta" l'aggressione sionista a Gaza nell'operazione "piombo fuso" , ha provocato reazioni assolutamente non motivate.
E' il metro della giustizia che rimane coerente nei discorsi del cavaliere.
Cos'è "giusto" nella dialettica liberista, così bene assorbita dal cavaliere, se non solamente ciò che torna utile al momento ?
Accade così che nel corso della medesima missione internazionale l'aggressione a Gaza da parte del governo sionista di Israele diventa rispettivamente "giusta" quando il cavaliere parla davanti ai deputati del likud sionista, mentre, poche ore dopo, viene identificata come una aggressione che rimane una macchia nella storia di Israele, paragonabile alla shoà e, quindi, alla pulizia etnica messa in atto dal nazismo, nel corso della conferenza stampa congiunta con il palestinese Abu Mazen.
Apparentemente contraddittorio, ma tale non è; semmai è contraddittoria la teoria liberista che ispira il comportamento del presidente del consiglio: libertà comportamentale e di giudizio anche in contrasto con l'evidenza. Si dirà che questo è relativismo etico, ma bisognerebbe spiegare allo stesso cavaliere cos'è il relativismo, visto che si è già pronunciato contro tale impostazione dialettica per compiacere questo Vaticano.
Su questa base tutto risulta giusto o sbagliato a seconda della convenienza immediata dell'interprete.
Anche i reati vengono depennati se commessi dalla medesima persona che si è arrogato il diritto (quasi) divino di discernere e identificare, in maniera inappellabile, ciò che è giusto.
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