"Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria. Nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati; soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta a cospetto di Dio" (6 luglio, Ferriera di Latina).
Boffo, essendo direttore di Avvenire, cioè alle strette dipendenze dei vescovi italiani, ha pubblicato e dato voce al suo padrone.
L'asse Berlusconi, Bertone, Feltri parte all'attacco per "assassinare" Boffo e così ricondurre i vescovi italiani ad obbedire alla segreteria di Stato guidata dal tiranno Bertone. Feltri, appena arrivato alla direzione del giornale della famiglia Berlusconi, si dichiara disponibilissimo e scrive che "il suo fucile è carico". Scatta l'operazione che Giuseppe D'Avanza descrive su Repubblica del 3 febbraio:
"Gian Maria Vian lo avvicina. Gli fa consegnare il dossier manipolato, autenticandolo. Lo rassicura: è un'iniziativa voluta dal cardinale Bertone. A delitto consumato, il segretario di Stato telefonerà a Feltri (secondo una confidenza sfuggita a Boffo con i suoi collaboratori) ringraziandolo per aver reso un servizio alla Chiesa e al Papa. Ma non è la Chiesa che il direttore del Giornale vuole servire. Egli è al servizio del suo editore e di una nuova strategia politica che altera il giornalismo in calunnia".
E' tutto più chiaro del sole. I sacri palazzi sono luoghi di sporche e squallide congiure.
Il cardinale Bertone probabilmente si è giocato la nomina a papa. Questa non gliela perdoneranno. Vedremo come andranno le cose nel 2012, nei giorni della successione.
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