sabato 20 marzo 2010

COMMENTO AL VANGELO DOMENICALE

COME DEPORRE LE PIETRE?

( Giovanni 8, 1-11    L’adultera)

Tante volte ho meditato e scritto su questa pagina. Eppure c’è sempre qualche particolare che ogni volta mi risulta più stimolante. Il messaggio del Vangelo è una “provocazione” sempre pungente.

Siamo nel tempio

Ai tempi di Gesù come ai nostri, molto spesso la realtà del tempio, dell’istituzione ecclesiastica, da “casa di preghiera” si trasforma in tribunale dal quale dei giudici che pensano di avere Dio in tasca emettono sentenze senza appello. Ecco……è proprio nel tempio che un gruppo di uomini, qui designati come scribi e farisei, conducono una donna sorpresa in adulterio davanti a Gesù. La mettono davanti a lui come imputata. Penso a quante persone, costantemente marginalizzate  nella nostra chiesa cattolico-romana, vengono poi messe al centro solo quando si tratta di condannarle, di additarle come peccatrici. L’elenco sarebbe lungo. Voglio, invece, sottolineare che Gesù trasforma il tribunale impietoso in uno spazio di relazione, di accoglienza, di affetto e di annuncio del perdono.

Questa donna davanti a Gesù non si sente portata in tribunale: davanti a lei non c’è un giudice.

E’ una parola chiara ed ammonitrice rivolta a tutte le nostre comunità : non siamo chiamati  a sputare sentenze, ad ergerci a giudici, ma a diventare fratelli e sorelle, specialmente in presenza di persone in situazioni o in momenti di fragilità o di marginalità.

A volte uno sguardo ed una parola possono gettare una persona nella disperazione. Ma è vero anche il contrario come fu per questa donna: lo sguardo e la parola di Gesù hanno riaperto il suo cuore alla fiducia e davanti a lei  si è spalancata una strada nuova.

Come deporre le pietre

Esiste una “chiesa delle pietre” che spara versetti biblici dai pulpiti e dai documenti, ma il problema di deporre le pietre dell’arroganza, della violenza e della prevaricazione appartiene a ciascuno di noi.

Non si tratta affatto di diventare compiacenti e privi di senso critico, rinunciando alle doverose denunce. Questo sarebbe un tragico fraintendimento o un comodo ripiegamento. Si tratta, invece, di deporre quella “maledetta cultura” che ci colloca davanti agli altri in competizione, in gara , con la esplicita o nascosta voglia di vincere il “gran premio” della virtù o dell’intelligenza, di costituirci come modello…..Questo “disarmo” è difficile perché deve partire dalle radici. Perché cadano le pietre dalle nostre mani bisogna disarmare il cuore. Solo allora anche le “critiche” più pungenti e roventi non proverranno dall’arroganza o da una presunta superiorità, ma costituiranno una proposta costruttiva.

Guardando alla concretezza del vivere quotidiano, nel mondo e nella chiesa siamo soprattutto noi maschi  che abbiamo da “disarmarci” rispetto alle donne,qualcosa di profondo da rivedere nella relazione uomo-donna.

Penso soprattutto al compito immane di quanti vivono la fede in modo adulto e corresponsabile:”disarmare la nostra struttura ecclesiastica” che usa i versetti biblici come proiettili contro separati , divorziati, omosessuali, lesbiche, teologi dissidenti ,preti sposati….La predicazione spesso è diventata una sparatoria, una partita di caccia.

“Da questo ora”

Va’, d’ora in poi non peccare più”. Si tratta di una espressione forte ed augurale A questa donna viene detto che c’è un adesso dal quale può aprirsi ad un domani diverso. Nel ricevere l’annuncio del perdono, della pace con Dio, Gesù la invita a guardare avanti: “Non chiuderti nella paura, nel senso di colpa, nell’angoscia, non imprigionarti nel passato perché davanti a te si è aperto un avvenire di amore e di benedizione. Ora tocca a te sceglierlo”.

Questa parola è rivolta a ciascuno e ciascuna di noi. Le nostre fragilità, i nostri errori e i nostri passi falsi non costituiscono una catena o una prigione. Dio ci chiama verso il futuro e sarà nostro compagno di viaggio nel cambiamento di noi, nella nostra conversione.

Grazie, o Dio,

perché non si mai oscurata in me la consapevolezza che Tu ci dai sempre e ancora fiducia. Questo vento caldo del Tuo amore accogliente mi ha permesso di continuare a camminare pur in mezzo alle mie mediocrità e ai miei errori. Aiutaci tutti a tenere lo sguardo fisso sul Tuo amore. Forse qualche pietra cadrà dalle nostre mani e i nostri cuori diventeranno più spaziosi e disponibili.