Luca Lando su L'Unità del 7 aprile descrive bene l'operazione catto-leghista in atto:
"Il vero obiettivo, se non si fosse capito, non è la sicurezza della donna ma rimettere tutto in discussione. Lo ha detto con ammirevole sincerità l'Avvenire di sabato 3 aprile titolando in prima pagina: «Ru486, caso riaperto». E dalla Ru486 alla legge 194 il passo è breve. Perché dietro quelle sigle e quei numeri si nascondono norme e diritti, battaglie politiche e lotte di civiltà, libere scelte e nuove conoscenze. La 194, è bene ribadirlo, è una legge contro gli aborti illegali e clandestini. E quella legge, che ha fermato le pratiche medievali delle mammane e dei cucchiai, lascia aperta la strada dell'innovazione, affidando alle Regioni il compito di promuovere l'impiego di tecniche più moderne e più rispettose della integrità fisica della donna. Proprio come la Ru486, una pratica abortiva che utilizza la farmacologia anziché la chirurgia. Una pillola al posto di un intervento. La verità è che sulla pelle delle donne si sta combattendo una battaglia per rovesciare il tempo. Per andare indietro anziché avanti".
Ormai tra Vaticano e Lega c'è qualcosa di più di un feeling. Sono due reparti della stessa azienda che lavorano alla stessa produzione. Ciascuno mantiene il suo marchio, ma la "ditta", l'Azienda è perfettamente sincronizzata.