mercoledì 28 aprile 2010

RATZINGER PRIGIONIERO DELLE SETTE

 

Il notissimo vaticanista tedesco Hanspeter Oschwald ha scritto su Repubblica del 20 aprile:

 

«La credibilità della Chiesa oggi è debole, la sua autorevolezza diminuita. Le vere riforme non saranno

possibili sotto il pontificato di Ratzinger, ma dopo di lui. Perché attorno a Benedetto XVI c´è solo aria filtrata. E questi filtri sono il suo ambiente personale, l´assistente monsignor Gänswein, qualche cardinale molto conservatore, e poi i gruppi di potere, partendo dall´Opus Dei fino ad arrivare al molto più aperto Sant´Egidio, e in mezzo Focolarini, Legionari di Cristo, Comunione e Liberazione, Neocatecumenali. Cioè tutti quelli che pensano come il Papa, e agiscono nel nome del Santo Padre».

Si chiama così, Im Namen des Heiligen Vaters (Nel nome del Santo Padre), il nuovo libro del vaticanista tedesco Hanspeter Oschwald che esce oggi in Germania per l´editore Heyne, in coincidenza con l´anniversario dei cinque anni di pontificato di Benedetto XVI. Un volume che si concentra soprattutto, spiega il sottotitolo, su «come i poteri fondamentalisti guidano il Vaticano». Sono più di 40 anni che Oschwald analizza la Santa Sede. Giornalista prima all´agenzia di stampa Dpa, poi al quotidiano Die Welt, infine al settimanale Focus, l´ultima opera si concentra sul papato del suo connazionale tedesco, uomo e ambiente che conosce molto bene.

Un capitolo del libro riguarda l´assistente del Papa, monsignor Georg Gänswein. Non è una figura intrigante?

«Gänswein ha smentito di avere studiato dagli integralisti lefebrviani, come era stato detto. Ma l´anno scorso, per i 25 anni della sua prima messa, ha festeggiato nella Foresta nera con un vecchio rito latino. Le sue amicizie ruotano attorno alla cosiddetta "nobiltà nera", dai principi Thurn und Taxis ai Borghese. Lui in

casa mia una volta ha detto: "Che cosa volete voi progressisti? Non si possono attaccare i dogmi!"».

 

Si noti ancora: in tutta la chiesa cattolica non c'è un solo cardinale o un solo vescovo incarica effettiva che non sia stato eletto dagli ultimi due papi.

Il che vuol dire che abbiamo un episcopato allineato e soltanto qualche vescovo emerito esprime a volte qualche valutazione critica.