Dice Gillo Dorfles a Bruno Gravagnuolo che quel che più lo avvilisce di questo tempo è l'assenza di sorriso, di «gentilezza comunitaria». Che l'autismo privatistico e il conformismo di massa (la tendenza di ciascuno ad adeguarsi a ciò che ha attorno) sono insieme causa e conseguenza del berlusconismo, Berlusconi essendo «icona di un successo» che appare facilmente imitabile: si crea l'icona, poi la si adora. L'esibizionismo tv, il fracasso hanno annientato il pudore. Ha vinto il senso comune, che è molto diverso - può essere davvero ben peggiore - dal buon senso. Non bisogna rassegnarsi, però: certo che no, dice alla soglia del secolo. Bisogna ripartire, invita il centenario, dall'educazione dei bambini: artistica, musicale. Dalla bellezza, dalla cultura. Utopia? Ma no, buon senso. Elementare buon senso (da L'Unità del 12 aprile).