Miriam Della Croce ha ragione. ormai l'incultura biblica e a livelli insopportabili e diffusi anche tra persone colte:
"Leggo che si continua a fare confusione sul versetto 18.6 del Vangelo di Matteo, che non ha nulla da spartire con la pedofilia. Su "D" di Repubblica del 3 aprile un lettore scrive: "A chi scandalizza anche uno solo di questi bambini sarebbe meglio che gli fosse appesa al collo una macina
". E Galimberti rispondendo: "Nei vangeli non c'è traccia di condanna della sessualità, eccezion fatta per la pedofilia nel passo che lei ha opportunamente citato". Non è così: gli unici peccati sessuali menzionati nel Vangelo sono l'adulterio e la fornicazione, ed invece non c'è traccia della pedofilia. I "piccoli" di cui parla Gesù, non sono i bambini, ma i discepoli. Del resto, Gesù non poteva definire "credenti in lui" i bambini. A conferma basta confrontare i passi corrispondenti negli altri due sinottici e la Bibbia tradotta in lingua corrente da studiosi cattolici e protestanti: "Ma se qualcuno farà perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me, sarebbe più conveniente per lui che lo buttassero in fondo al mare, con una grossa pietra legata al collo".