Sono trascorsi esattamente 5 anni dalla morte di Giovanni Paolo II, papa Wojtyla. Ora,siccome con Ratzinger siamo precipitati nel più profondo abisso dell'oscurantismo, molti si arrampicano sui vetri per riabilitare, celebrare , osannare,immortalare, santificare (e chi più ne ha più ne metta) papa Giovanni Paolo II. Vere acrobazie della fantasia e gravi amnesie delle scelte teologiche e pastorali di quel pontificato che a ragione il teologo Hans Kung definì una dittatura. Basti ricordare la defenestrazione di migliaia di teologi, la persecuzione di gay e lesbiche, il ribadimento assoluto del celibato obbligatorio dei preti, la sua comparsa a fianco del feroce dittatore cileno Pinochet, la maledizione sulla piazza di Managua al processo di liberazione sandinista in Nicaragua, la condanna della teologia della liberazione, l'incoraggiamento di un marianesimo idolatrico e superstizioso in concomitanza con la progressiva emarginazione delle donne nella chiesa, la nomina dei vescovi più reazionari, le sue responsabilità rispetto all'OPUS DEI e allo IOR.......Infine, come si può dimenticare che proprio lui ha iniziato il funerale del Concilio Vaticano II di cui Ratzinger è il sicuro becchino?
Per favore, un po' di memoria non fa male. Purtroppo la voglia di celebrare i potenti cancella troppo spesso dalla nostra memoria le sofferenze che un dittatore religioso o politico infligge ai poveri. Bisogna liberarsi (del resto è Pasqua!) da questa papolatria.